[ « indietro ]     Torno a casa con il mio cagnolino, vado a prendergli da mangiare e mi accorgo che la sua cuccia e le sue scodelle sono sparite. E’ impossibile, quando sono uscito era tutto al proprio posto… Salgo al piano di sopra per svegliare i miei genitori, ma non sono a letto; vado a vedere in bagno, ma non sono neanche lì, così controllo tutte le stanze, ma di loro non v’è traccia in tutta la casa… Che strano…non ricordo che sarebbero dovuti uscire! Provo a telefonare ad una mia amica, ma, come immaginavo, non risponde nessuno. Allora torno al bar e c’è ancora la commessa da sola, che sta leggendo il giornale.

Daniele: “Sono tornato, come è andata? Sono venuti clienti?”
Commessa: “No, non si è visto nessuno… A proposito, io sono Laura, tu come ti chiami?”
Daniele: “Io sono Daniele, piacere!”
Laura: “Cosa stavano facendo i tuoi genitori?”
Daniele: “Non erano a casa…è la cosa che mi ha fatto incazzare è che prima di andarsene hanno tolto la cuccia di Todd e le sue scodelle per l’acqua e per il cibo”
Laura: “Come mai? Prima ho provato a chiamare i padroni del bar, ma non mi ha risposto nessuno…”
Daniele: “Anche io ho provato a chiamare una mia amica ed è successa la stessa cosa”
Laura: “Qui c’è proprio qualcosa che non mi convince…”
Daniele: “Ad ogni modo, domani finiscono le vacanze e io devo tornare a scuola, voglio vedere se ci sarò solo io o se qualcuno si degna di presentarsi. Domani, appena finisco di fare pranzo, passo qui al bar così parliamo un po’. Ora vado perché devo finire ancora di studiare. A domani.”
Laura: “A domani”

Torno a casa e vedo mia madre che sta preparando la cena mentre mio padre sta leggendo il giornale in soggiorno. Entro in cucina.

Daniele: “Dove siete stati fino ad ora?”
Mamma: “Da tua zia. Ci ha chiamato stamattina presto perché tuo zio non stava bene, così siamo corsi subito da lei, ma non ti abbiamo svegliato perché sennò ti saresti preoccupato e quindi abbiamo ritenuto opportuno che non sapessi niente di questo.”
Daniele: “Mi fa piacere!!!! È normale che mi sarei preoccupato per mio zio, ma non sarei certo caduto in depressione se me lo aveste detto. Come sta?”
Mamma: “Ora sta bene, era svenuto e tua zia non sapeva cosa fare, ma non era niente di grave, solo un po’ di stress”
Daniele: “Sono contento, ma la prossima volta che scappate e non vi trovo a casa, mi farebbe piacere che mi lasciaste un biglietto…così non mi preoccuperò…”
Mamma: “Bene, la cena è pronta”
Babbo: “Perfetto, ho così fame che mangerei perfino una persona”

A quest’affermazione rabbrividisco…La storia dello zio non mi convince molto e in altre situazioni avrei riso ad una battuta come questa, ma in questo momento mi impaurisce.

Daniele: “Stamattina ho notato che è sparita la cuccia e le scodelle di Todd. Voi ne sapete qualcosa?”
Babbo: “Beh, veramente si! Tra qualche mese la nostra famiglia si ingrandirà e abbiamo pensato di trasferire Todd da tua nonna, vedrai che lì si troverà benissimo.”
Daniele: “Cosa? Vuoi dire che tu sei incinta? È meraviglioso, ma non capisco che fastidio possa dare Todd…”
Mamma: “Si, sono incinta di tre mesi! Siamo felicissimi!!! Abbiamo letto su una rivista che un cane può creare qualche problema al neonato, altrimenti non avremmo avuto problemi a tenere con noi il nostro caro Todd, questo lo sai benissimo”
Daniele: “Si, lo so. Ma sarebbe meglio aspettare che il bambino nasca, poi lo porteremo da nonna. Vi prometto che lo terrò sempre in camera mia e che uscirà da lì solo con me, ok? Vi prego…”
Babbo: “Va bene, ma non voglio che vada in giro per casa, d’accordo? Non voglio che tua madre si debba preoccupare anche di lui ora che è in dolce attesa.
Daniele: “Perfetto, ora vado in camera e finisco di studiare”


La pioggia cade con una violenza inaudita e sbatte violentemente contro la mia finestra; non riesco a dormire e non mi resta che alzarmi e giocare un po’ con Todd. Guardo l’orologio: sono le quasi le 7 e tra un’ora devo essere a scuola, così mi vesto in fretta ed esco con Todd. Mi siedo su una panchina dei giardini per aspettare che Todd faccia i suoi bisogni, e mi ritorna in mente che quella dove sono seduto è la panchina in cui erano seduto Riccardo con la sua amica…Guardo un po’ intorno e dietro un cespuglio vedo una sigaretta spezzata a metà, poi mi ricordo che il ragazzo che si è avvicinato a loro aveva una sigaretta in mano, forse è proprio quella. La raccolgo e la metto in tasca; quando tornerò a casa la sistemerò insieme al pezzo di stoffa che l’altra sera ho trovato nella fontana. Todd è tornato, ora è meglio che lo riporti a casa, così posso andare a scuola e vedere che succede.

Preferisco andare a piedi, in fondo sono solo 10 minuti, non mi farà male camminare un po’. Entro a scuola e noto che tutto è come sempre: c’è chi corre per i corridoi, chi studia, chi ascolta la musica e chi sta parlando. Vedo i miei amici e mi avvicino a loro; sembrano tutti tranquilli così chiedo loro che cosa hanno fatto ieri mattina, visto che in giro non c’era nessuno. Alcuni mi dicono di essere andati a trovare i parenti, altri di essere stati al mare e altri ancora mi dicono che hanno dormito per tutta la mattina. Secondo me sono un mucchio di cazzate, ma purtroppo non ho nessuna prova per dimostrarlo.
Suona la campanella e tutti corriamo in classe per iniziare di nuovo a fare lezione.
La prima lezione dopo il rientro è anche piacevole, ma vedo che alcuni miei compagni si stanno scambiando dei bigliettini: uno cade vicino al mio banco, ma nessuno ci fa caso o lo raccoglie… Per tutta la mattina le cose proseguono come sempre e quando la campanella annuncia la fine delle lezioni, tutti corrono via, così ho il tempo di raccogliere quel biglietto. Sono curioso di sapere cosa c’è scritto, ma ritengo più sicuro leggerlo una volta arrivato a casa; infatti, mentre sto camminando per la mia strada sento che qualcuno mi sta seguendo, ma quando mi volto non vedo nessuno. Dopo qualche minuto però vengo raggiunto dalla mia compagna di classe Melania.

Daniele: “Ciao, che fai qui? Casa tua non è dall’altra parte?”
Melania: “Si, ma dovrei chiederti un favore: i miei genitori mi hanno telefonato poco fa
dicendomi che non sono a casa e quindi non ho niente per pranzo. Potrei mangiare
da te?”
Daniele: “Come no! A me fa piacere, lo sai!”

Continuo la strada con lei, ma questo fatto del pranzo non mi piace molto. È capitato molte altra volte, ma si è sempre arrangiata da sola. C’è qualcosa, ma ora non vorrei dare nell’occhio, quindi ci penserò più tardi.

Appena fatto pranzo andiamo in camera mia a vedere la Tv e a parlare un po’, magari riesco a strapparle qualche informazione.

Daniele: “Allora, che mi racconti? Ma, come mai starnutisci?”
Melania: “Questi giorni sono molto indaffarata. Sai, ho conosciuto un sacco di persone che prima ignoravo ed invece ho scoperto che sono veramente simpatiche e poi condividiamo gli stessi interessi: prima di tutto siamo v…”
Daniele: “Siete cosa?”
Melania: “Siamo…veramente un gruppo affiatato”
Daniele: “Come mai continui a starnutire?
Melania: “Come, non lo sai? Sono allergica ai cani…”
Daniele: “Veramente non me lo ricordavo…Ad ogni modo, mi piacerebbe molto conoscere quelle persone di cui parlavi prima!”
Melania: “Credo che anche loro sarebbero FELICI di fare la tua conoscenza. Tu sei una persona molto DOLCE e…”
Daniele: “Grazie, quando avrò un po’ di tempo te lo dirò così me li presenterai, ok?
Melania: “Va bene, ora vado perché i miei saranno tornati e non voglio che pensino male.”
Daniele: “Si, ci vediamo domattina”

Finalmente se ne andata e posso leggere tranquillamente il biglietto trovato a scuola; vado a prenderlo dalla tasca del mio cappotto, ma non c’è. Come immaginavo! Lo sapevo che era venuta per quel biglietto…fortunatamente lo avevo sostituito con uno che per caso stava nell’altra tasca e quello lo avevo messo nella tasca dei pantaloni…
Lo tiro fuori da lì e inizio a leggere, ma non si capisce un granché; le cose da pensare sono due: o è scritto in codice o chi lo ha scritto è un pazzo. Escludo la seconda ipotesi e inizio a lavorare sulla prima. Il biglietto dice: “alla rinascita troppo volgare alcuni legano 930”.
Apparentemente non ha proprio senso, ma devo riuscire a capire cosa c’è sotto; sembra impossibile, ma sono sicuro di potercela fare.
Beh, dopo due ore sono arrivato alla probabile conclusione; prendendo solo le iniziali delle parole viene fuori: “al ritrovo alle 9 e 30”. Se la soluzione è questa, non mi resta che scoprire cosa sia il RITROVO e dove si trovi. Telefono a Melania per sapere cosa fa stasera, visto che lei sapeva del biglietto e non voleva che io ne venissi a conoscenza.

Daniele: “Pronto, sono Daniele, volevo sapere cosa fai stasera”
Melania: “Sto a casa perché voglio studiare, ma se ti va possiamo farlo insieme”
Daniele: “No, io vado al cinema e volevo solo sapere se sai che film danno, ma evidentemente non ne hai idea.”
Melania: “Esatto. Divertiti, poi mi racconti come è andata.”

Non era proprio questa la risposta che mi aspettavo. Forse, per non dare nell’occhio, si ritrovano in gruppi. Chiamo anche Andrea, Lia e Alessia, ma tutti e tre mi dicono che devono studiare, così provo a sentire Riccardo e lui mi dice che deve andare da sua nonna, ma naturalmente so che non è così.
Scendo in cucina per fare cena.     [ avanti » ]

di Daniele Particelli