Quella mattina ero uscito di casa prima del solito. I miei genitori erano andati a trovare dei loro amici e io avevo preferito restare a casa. Era una bella giornata e mi era venuta voglia di fare una passeggiata col mio cane Todd.
Camminavo a testa bassa, senza pensare a qualcosa in particolare e senza avere una meta precisa; dopo circa mezz’ora arrivai di fronte alla casa di un mio compagno di classe, Riccardo. Pensavo di fare quattro chiacchiere e così decisi di chiamarlo, ma appena mi avvicinai alla porta, sentii un urlo straziante. Mi fermai qualche secondo a riflettere su cosa fare: era meglio entrare o lasciar perdere tutto e continuare per la mia strada? Vidi la porta semi-chiusa e, data la mia curiosità, mi decisi ad entrare. Iniziai a tremare…dopo tutto stavo entrando di nascosto in una casa, dove per di più era successo qualcosa. Mi feci coraggio, varcai la soglia e vidi un coltello sporco di sangue poggiato vicino al telefono; allora lo presi ed iniziai a salire la scalinata che portava alle camere da letto: regnava un silenzio mortale e si udivano solo gli scricchiolii delle mie scarpe sulla scala di legno e i respiri di Todd, che mi seguiva senza far rumore. Sugli ultimi gradini trovai delle tracce di sangue che mi condussero fino alla soglia della stanza di Riccardo. Sempre più terrorizzato, aprii con cautela la porta e un cigolio sinistro mi fece balzare il cuore in gola. Sul pavimento vidi i vestiti del mio amico sporchi di sangue vicino ai quali c’erano delle foto di Riccardo con una ragazza misteriosa, una ragazza bellissima con gli occhi azzurri, i capelli biondi ed una carnagione molto molto chiara…
A causa dei troppi films horror che ho visto fino ad ora, mi viene da pensare che la ragazza sia un vampiro, ma questo è impossibile, certe cose non esistono nella realtà!
E se invece esistessero veramente? Scendo di corsa le scale insieme a Todd, chiudo la porta e corro fino a quando non arrivo a casa mia. Ripercorro la strada in dieci minuti e appena entro, noto che i miei genitori non sono ancora tornati…Che fortuna! Posso calmarmi e pensare tranquillamente ad una soluzione. Mentre metto da mangiare al cane mi viene in mente che potrei guardare qualche film che tratta storie di vampiri e prendere qualche appunto, tanto non c’è fretta.
Dopo circa due ore ho già visto tre films, naturalmente ho visto solo i pezzi che m’interessavano; sto ancora guardando quella foto e non so cosa fare e soprattutto non so da dove cominciare…Che situazione orribile…con tutti i milioni di persone che ci sono al mondo, perché proprio io ho dovuto scoprire l’esistenza di quelle creature? Forse non sono il solo, magari ci sono altre persone che sono a conoscenza di questo fatto, e magari sanno bene cosa bisogna fare…in questo momento ci spero proprio!
Provo a tornare a casa di Riccardo, ma questa volta lascio a casa il cane e ci vado in motorino: se mi trovassi in condizione di dover scappare, farei molto più in fretta! Arrivo a destinazione, parcheggio il motorino e mi dirigo verso la porta. Suono il campanello e, con mia gran sorpresa, vedo la mamma di Riccardo che mi viene ad aprire.

Daniele: “Ciao, c’è Riccardo?”
Maria: “Certo…entra pure…adesso gli dico che sei arrivato. Riccardo? C’è Daniele!”
Riccardo (dal piano di sopra): “Fallo salire, sono in camera”

Che strano…sembra che non sia successo niente. Vicino al telefono e al centro della stanza c’erano delle macchie di sangue e ora è tutto pulito. Salgo lentamente le scale e quelle tracce che prima mi avevano condotto alla camera di Riccardo non ci sono più.
Entro in camera e noto che il mio amico sta parlando al telefono e non si accorge che sono entrato.
Riccardo: “Si, te l’ho già detto. Non ti preoccupare, ci vediamo stasera ai giardini e ne parliamo di persona. Ora ti saluto perché è arrivato il mio amico Daniele. A dopo”
Daniele: “Ciao, come va? Tutto bene?”
Riccardo: “Certo, come mai sei passato?”
Daniele: “Portavo a spasso Todd e ho pensato di venirti a salutare”
Riccardo: “Mi era sembrato di sentire il tuo motorino arrivare…”
Daniele: “Beh, si…prima ho portato il cane a fare i suoi bisogni e mi è venuto in mente che dovevo riportarti i CDs che mi avevi prestato…Eccoli!”
Riccardo: “Grazie…”
Daniele: “Ti posso chiedere una cosa? Ho sentito che si è appena trasferita qui vicino una ragazza bionda con gli occhi azzurri, tu la conosci?”
Riccardo: “No, non ne so niente…”
Daniele: “Ora è meglio che vada. I miei genitori mi stanno aspettando”
Riccardo: “Ma i tuoi genitori non sono a casa…”
Daniele: “A quest’ora dovrebbero essere tornati, ci sentiamo presto”
Riccardo: “Ok, passa quando ti va…”

Ora sono a casa, terrorizzato; non riesco a capire come faceva a sapere dei miei genitori e come faceva ad essere tutto pulito a casa sua? Non lo so, ma c’è qualcosa di veramente strano. E poi mi chiedo come diavolo ho fatto ad inventarmi quella stupida storia del trasferimento della ragazza: quando gli ho fatto quella domanda, ho visto la cattiveria nei suoi occhi e ho capito che aveva scoperto che io so qualcosa. Che stupido…non so mai tenere la bocca chiusa quando serve!!!! Ormai non sono più al sicuro e l’unica cosa che posso fare è indagare e cercare una soluzione…AL PIÙ PRESTO!
Nel frattempo posso iniziare andando ai giardini: mi sembra di aver sentito che stasera Riccardo sarebbe andato lì. Provare non costa nulla.
I giardini sono proprio di fronte a casa mia, infatti attraverso la strada e mi ritrovo lì. Come sempre ci sono molte persone che passeggiano ed altre che sono sedute sulle panchine, troppo indaffarate per notarmi…Passeggio tranquillamente lungo tutte le piccolissime vie dei giardini, ma del mio amico non v’è traccia. Dopo circa due ore decido di tornare a casa, ma ero sicuro di aver sentito che Riccardo aveva dato appuntamento a qualcuno ai giardini. Rientro a casa, salgo le scale con Todd ed entriamo nella mia camera, la cui finestra dà proprio sui giardini.
Mi metto il pigiama, do la buonanotte a Todd e mi avvicino alla finestra. Vedo Riccardo che sta passeggiando con una ragazza bionda, proprio quella della foto. Allora spengo la luce, così posso vederli senza essere visto. Adesso è mezzanotte e i giardini sono deserti, così si siedono su una panchina. Per seguire meglio lo svolgimento dei fatti prendo il binocolo che mi hanno regalato per il compleanno; ora li vedo benissimo, ma sfortunatamente non posso sentirli. Stanno semplicemente parlando…forse non c’è nessun vampiro e io ho fantasticato come sempre…o forse no! Un ragazzo con una sigaretta spenta si è avvicinato a loro, penso per chiedere un accendino; continuo a seguire la scena con molta attenzione. I loro occhi iniziano ad emanare una luce giallastra e nello stesso momento Todd inizia ad abbaiare, come se fosse impaurito da qualcosa, così mi volto per vedere cosa è successo, ma appena ritorno a guardare fuori dalla mia finestra, i ragazzi sono scomparsi. Era impossibile: mi sono girato solo per qualche secondo e in quel pochissimo tempo non avrebbero mai fatto in tempo a scappare, dato che la visuale che ho dei giardini è molto ampia. In ogni caso non escludo che se avessero corso, avrebbero anche potuto farcela scappare in quel poco tempo. Anche se sono terrorizzato e sconvolto allo stesso tempo, mi metto a dormire.

I raggi di sole entrano nella mia stanza e mi costringono a svegliarmi; ieri sera devo essermi scordato di chiudere la finestra e non mi resta che alzarmi. Todd è già pronto per la sua passeggiata mattutina, così vado in bagno, mi vesto ed esco con il mio fedele cagnolino. C’incamminiamo verso i giardini e mentre lascio libero Todd per fare i suoi bisognini, vado a fare un giro per il parco; sono talmente stanco che appena arrivo alla fontana, mi siedo sul bordo ad aspettare che Todd mi venga a cercare. Inizio a guardare i pesci che nuotano lì dentro, quando noto che in un punto della fontana l’acqua è molto scura, come se ci fosse qualcosa sul fondo: ci metto una mano dentro fino a toccare il fondo, ma non sento niente di strano. Tiro fuori la mano e…è piena di sanguisughe…ce ne sono tantissime, tutte attaccate alla mia mano e mi stanno succhiando il sangue. Inizio a battere violentemente la mano sul bordo della fontana: alcune si staccano mentre altre rimangono schiacciate. Ora ho la mano libera dalle sanguisughe, ma completamente insanguinata, così la immergo nella parte della fontana dove l’acqua è ancora fresca e limpida. Il mio sangue si spande nell’acqua e immediatamente tutte le sanguisughe si spostano dal punto in cui stanziavano e corrono subito a formare un nuovo gruppo intorno al mio sangue, così facendo mi lasciano vedere su cosa erano raggruppate prima del mio arrivo: senza infilare nuovamente la mano nell’acqua noto che sul fondo c’è un pezzo di stoffa rosso, probabilmente strappato da una t-shirt. Mi volto e vedo un ramoscello caduto da un albero, lo prendo e lo uso per tirare fuori il pezzetto di stoffa dall’acqua; sembra proprio che sia stato strappato e sicuramente è stato gettato nella fontana perché era sporco di sangue o forse perché doveva essere cancellata qualche prova.
Dopo qualche minuto che osservo quel pezzo, arriva Todd che reclama il suo padrone…Per sicurezza prendo quel pezzettino di T-shirt, lo metto in un fazzoletto di carte e me lo infilo in tasca. Mi incammino con Todd verso il centro del paese, così faccio colazione e compro anche da mangiare per lui.
Le vie del paese sono deserte…strano visto che sono le dieci di mattina…forse la gente ha deciso di dormire fino a tardi, ma comunque non mi sembra una cosa normale.
Continuo a passeggiare fino a quando arrivo davanti al bar.

Daniele: “Buongiorno, mi può fare un caffè?”
Commessa: “Certo!”

Noto che mi sta guardando meravigliata, come se fossi un extraterrestre.

Daniele: “C’è qualcosa che non va? Sembra strana…”
Commessa: “Non è niente, è solo che stamattina ho aperto il bar alle 6.30 e fino ad ora tu sei il primo cliente…, non è assurdo?”
Daniele: “Beh si, in effetti è proprio assurdo…Qui in paese stanno succedendo fatti veramente strani. Non so se mi capisce…”
Commessa: “Si, ti capisco perfettamente. Ieri sera mi hanno telefonato i proprietari del bar, che sono amici dei miei genitori, e mi hanno chiesto se per qualche giorno potevo stare al bar perché loro hanno fa fare…Come puoi immaginare ho detto subito di sì. Io faccio l’università e quindi mi servono i soldi, così non mi sono lasciata sfuggire quest’occasione, ma non pensavo che in questo paese ci fossero così poche persone…”
Daniele: “Infatti non è così! La mattina il bar è sempre pieno, ma oggi non so cosa sia successo. Ora vado a vedere cosa fanno i miei genitori e poi torno qui perché vorrei raccontarle alcune cose che sono successe in questi giorni.”
Commessa: “Certo, ci vediamo dopo. Ah, dimenticavo, il caffè è omaggio…”     [ avanti » ]

di Daniele Particelli