Il racconto dell'omicidio di Somma Lombardo: le coltellate, i colpi di mazza, il guscio di castagna

da Busto Arsizio (Varese)
La maschera della «bestia» è rimasta in carcere. Andrea Volpe arriva in aula, a Busto Arsizio, e sembra una persona nuova. Il barbiere ha fatto un buon lavoro. Volpe ha i capelli corti, lisci, curati. Il viso pulito. Satana, se c'è, ha fatto un passo indietro. Croci, bestemmie, messe nere, heavy metal e tinte dark sono sparite dall'iconografia. Andrea Volpe è solo un uomo in attesa di una sentenza. Poi, quando comincia a parlare, a raccontare l'esecuzione di Fabio Tollis e Chiara marino, scende il silenzio. Il gip di Busto Arsizio si porta le mani alla fronte, scuote la testa, ascolta. Era il 17 gennaio 1998. E' sera. La luna illumina il bosco di Somma Lombardo. «Siamo partiti dal pub Midnight di Milano - raccontava uno dei ragazzi, Mario Maccione, durante il primo interrogatorio - . Io credevo che andassimo in discoteca, ma durante il viaggio l'atmosfera in auto era tesissima, si capiva che stava per succedere qualcosa, Alla fine ci siamo ritrovati in quel bosco, mi ricordo i fari dell'auto che illuminavano
il buio, poi ci siamo fermati. Siamo scesi e ho visto la fossa. Ho pensato volessero uccidere me».
Ma è Chiara è la vittima sacrificale, il volto di un angelo perduto, con gli occhi dolci e il sorriso bianco, vivo: una ragazza fragile che gioca a qualcosa più grande di lei. Follia, sesso, morte. Andrea Volpe è il capo. Il ragazzo che tiene sotto il suo sguardo il gruppo delle Bestie di Satana. «Chiara voleva lasciare la setta - dice Volpe - per questo l'abbiamo uccisa». Fabio invece era troppo debole, «Non aveva la forza, il coraggio, di reggere all'omicidio di Chiara». Non voleva più. Quella sera aveva visto tutta l'assurdità di questo ballo in maschera. Volpe racconta. Parla delle coltellate, i colpi di mazza, il riccio di castagna in bocca per non sentirli urlare, l'urina sui cadaveri ormai ricoperti di terra e l'ultima beffa, urlata sui corpi senza vita: «E ora zombi camminate se potete». Quando li hanno buttati nella fossa erano ancora vivi. Ecco i ricordi di Maccione: «Mi sono chinato su di loro e ho sentito il polso, Il cuore batteva». I loro cadaveri sono stati ritrovati lo scorso maggio, 6 anni dopo l'omicidio.
Michele Tollis, il padre di Fabio, riflette sul destino del figlio: «Era un altruista e si è giocato la vita per questo. Per lui il satanismo era solo un'esperienza metal». Andrea Volpe nega che ci sia un terzo livello. E sulle altri morti sataniche, come quella di Cristian Frigerio di Carugate, sparito nel 1996, tace: «Non ne so nulla».
Dopo Volpe parla Pietro Guerrieri. Va avanti per tre ore. E' freddo, lucido, preciso. «Gli ordini - dice - arrivavano da un demone, che si impossessava di Mario Maccione quando entrava in trance». L'incidente probatorio di chiude alle 17:30. Davanti al gip erano presenti anche gli altri indagati: Paolo Leone, Eros Monterosso, Marco Zampollo, Nicola Sapone e il «medium» Mario Maccione. Quando i satanisti escono dall'aula la mamma di Chiara Marino urla in volto a Paolo Leoni: «Bastardo assassino, me l'hai ammazzata».