Sonji era un ragazzo che aveva sempre avuto tutto ciò che voleva della vita. Andava al liceo di Seattle e presto avrebbe compiuto 16 anni, voleva organizzare una festa esclusiva a cui solo pochi sarebbero potuti essere invitati e di cui la scuola avrebbe parlato per settimane. Era un ragazzo alto, atletico, aveva gli occhi e i capelli castani ed una grande faccia tosta. Al liceo aveva difficoltà in matematica ed in storia ma era il migliore giocatore di basket di tutta la regione. Giocava sin da bambino ed era un campione, tutti si aspettavano sempre un colpo di scena durante ogni fine partita. Intanto aveva pensato alla festa del suo compleanno un mese in anticipo. Abitava in una grande casa che assomigliava ad un maniero. Al piano terra, c’erano quattro grandi stanze. L’entrata dava sul salotto che faceva anche da cucina. Era composto da un tavolo in legno antico e scaffali dello stesso materiale. Vi erano anche due divani, una tv al plasma e molti quadri. La cucina era collegata ad uno studio attraverso una porta di vetro e legno scuro che assomigliava ad un cancello. Lo studio aveva le pareti di colore beige ed erano appesi molti quadri: dipinti con santi, con Sonji e il suo coach e paesaggi in bianco e nero della sua città. Sui mobili si trovavano coppe e al muro dello studio era appesa un’antica spada. Proseguendo dopo lo studio c’erano le scale che portavano al primo piano e un salotto dedicato unicamente alla visione di un’enorme tv al plasma, c’erano anche due divani, uno specchio e altri quadri. Le stanze erano abbellite con qualche pianta e al piano di sopra vi era un lungo corridoio che sembrava non finire mai. Le pareti erano bianche e le serrande delle finestre erano chiuse, numerose stanze si susseguivano. Sonji aveva deciso di organizzare una festa a tema che richiedeva di vestirsi da vampiro e tutti gli invitati l’avevano trovato una “figata”. La sera del suo compleanno, il suo palazzo fu decorato con finte ragnatele, pipistrelli e ratti. Al soffitto dell’entrata di casa, erano stati attaccati dei pipistrelli che all’arrivo degli ospiti sarebbero automaticamente scesi sino all’altezza delle loro teste per farli saltare in aria. Gli ospiti erano stati pregati di salire al primo piano per le gustare cibo e musica. Ogni porta del primo piano era coperta da un foglio con una scritta e ciò incuriosì parecchio gli invitati. Sonji aveva invitato tutta la sua classe, i membri della sua squadra di basket, di cui naturalmente era il capitano e le persone più popolari della scuola. Erano in totale cento ospiti e nessuno volle perdere l’occasione di partecipare ad una festa riservata. Nessuno sarebbe arrivato in ritardo e Sonji invitò due ragazze che adorava, ognuna a modo suo. Una di queste si chiamava Ashley che venne in anticipo, ancor più degli altri! Era di statura media, bionda, con occhi verdi e quando Sonji le aprì la porta, entusiasta gli saltò al collo:
“Ciao Sonji, auguriiii!”
“Grazie Ashley!”
“Auguri bi buon compleanno!” gli augurò ancora, stringendolo sino a quasi strangolarlo.
“Grazie, grazie! Altre persone aspettano di entrare dietro di te”. Rispose Sonji frettoloso.
“Si, Sonji!” tuonò Ashley con occhi torvi.
Ashley salì senza dire più una parola e si sedette nel salotto. Altri ospiti salirono e Sonji continuò a far entrare gli ospiti sino all’ultimo arrivato. L’altra ragazza a cui piaceva, non arrivò. Sonji andò a parlare con i suoi ospiti, che si erano riuniti a gruppi, durante la festa e poi prese la parola: “Prima di passare alla torta e al champagne, vi invito a fare un giretto per le stanza di questo piano; come avrete notato ogni porta ha un avvertimento, fate attenzione! ”.
Gli ospiti si allontanarono dal salotto per raggiungere le porte che avevano etichette con scritte del tipo: ”Si prega il gentile vampiro di non entrare”.
I divani disposti ad U si liberarono presto e tutti si avventurarono nelle stanze segrete in gruppi o in coppia. Ogni stanza era stata decorata diversamente oppure lasciata per com’era già da anni, prima ancora che comprassero la casa. Suonò di nuovo qualcuno alla porta e il festeggiato, speranzoso, pensò che fosse Sarah! La ragazza che tanto gli piaceva, prima ancora di Ashley. Si diresse verso il piano terra per aprirle ma all’ingresso trovò un uomo con delle pizze in mano. Erano state ordinate per la festa e quando Sonji vide l’uomo, rimase deluso. Quando risalì la rampa di scale per portare le pizze, i personaggi dei dipinti sembravano osservarlo dall’angolo degli occhi. Trovò la sua prima ammiratrice sopra le scale che lo stava aspettando: “Sei andata a prendere le pizze?”
“Si, ero convinto che fosse arrivata Sarah.”
“Continui a pensare che gliene importi qualcosa di te, ma sbagli!”
“Questa è la tua opinione, io ho fiducia in lei e quando arriverà, non voglio vedervi litigare! Inteso?”
“Se pensi veramente che arriverà…”
Sonji raggiunse un gruppo di amici ed Ashley lo seguì. Sonji decise di fare un giro delle stanze che in realtà non aveva visto nemmeno lui. Entrò con il suo migliore amico Ben in una stanza con l’iscrizione seguente: ”Oh vampiro, non entrare, ciò che più non sopporti, troverai! ”.
Entrambi erano travestiti da pallidi vampiri e quando varcarono la soglia sentirono un fortissimo odore di aglio, la stanza era stata guarnita con ghirlande di aglio che impuzzolentiva l’intera stanza. Sonji pensò subito ai suoi genitori e all’idea folle di aver sprecato una stanza per renderla peggio di quanto non lo fosse in precedenza, visto che faceva parte delle stanze abbandonate sin dalla costruzione del maniero, era, infatti, piena di ragnatele. Ben e Sonji si separarono per visitare stanze separatamente. Amavano entrambi le emozioni forti e su ogni lato c’erano ben 12 stanze diverse da visitare, l’imbarazzo della scelta! Sonji trovò una porta in cui trovò l’iscrizione seguente: ”Non entrare, qui troverai la cacciatrice”.
Entrò nel buio della misteriosa stanza e cercò con una mano l’interruttore che non trovò e poi tentò di trovarlo con l’altra. Fu invano e quando arrivò all’angolo della stanza vide una debole luce blu e poté individuare un tavolino di legno con sopra una vecchia lampada. Si diresse verso di essa e tutto ad un tratto il silenzio si spezzò con una parola:”Voltati!”
“Chi sei?”chiese Sonji sorpreso.
“Voltati, ti ho detto.” Continuò la voce che si fece sempre più dolce.
“D’accordo” rispose rassegnato ed incuriosito alla volta.
Si girò e scrutò il buio alla ricerca della voce misteriosa, ma non riuscì a vedere nulla.
“Fatti vedere, chi sei?”
“Sono qui”
Stupefatto, Sonji si trovò davanti una ragazza timida e riservata, dagli occhi blu e i capelli neri che era sempre piaciuta ai ragazzi per la sua gentilezza, delicatezza e senso dell’umorismo: Sarah.
Lo baciò e quando staccò le sua labbra da quelle di Sonji.
“Come sei bella questa sera,anche tu ti sei truccata e vestita da vampira?”
“Si, ho colto il tuo invito”
“Forse è il buio che ti fa’ effetto?” disse Sonji sorridendo.
“No, non credo”
Sarah prese la testa del ragazzo fra le sue mani e lo guardò un attimo negli occhi, quasi rammaricata. Posò le sue labbra fra il collo e la spalla ed iniziò a baciarlo.
“Cosa ti prende, Sarah?”
“Voglio solo coccolarti…”
“Sei proprio bizzarra, questa notte…”
Sarah lo baciò più volte finché lo afferrò dalle spalle e spalancò i suoi denti e con un sorriso aguzzo li conficcò nel suo tenero collo umano. Sonji era terrorizzato e non riuscì ad opporre resistenza e sufficienza, lei era più forte di lui. Egli svenne e cadde a terra. Quando si rialzò, raggiunse il salotto dove si fece scattare foto dal suo fotografo improvvisato: Ben. Quando lo riaccompagnò all’ingresso, Ben gli disse ridendo: “Sei sicuro di stare bene, sembri proprio pallido…quasi un vampiro” Risalendo le scale dopo aver accompagnato tutti trovò Ashley seduta nel salotto abbastanza triste.
“Hey Sonji, hai accompagnato tutti?”
“Si, credo di si”
“Hai visto più Sarah?”
“Non ne sono sicuro…”
“Come non ne sei sicuro??? Si o no?”
“Lasciami solo, è meglio…”
“Vuoi proprio buttarmi via di casa…”gridò la ragazza in lacrime.
“Senti, non sto molto bene, è meglio se vai via…” consigliò abbattuto.
“No, voglio restare con te!”
Ashley gli si aggrappò al collo e pianse sulla sua spalla.
“Hai un buon odore, così forte!”
Sonji l’afferro’ dalle braccia, si divincolò e per paura si mise a gridare. Il vampiro aveva uscito fuori le sue canine neonate e si gettò su di lei per morderla, riuscendoci e Ashley cadde a terra perdendo i sensi. Sonji preoccupato ripeté fra se e se: “Che cosa ho fatto, cosa ho fatto ad Ashley…”
Al piano terra, sentì aprirsi la porta, erano i suoi genitori, cosa gli avrebbero detto? I suoi genitori salirono le scale e quando videro Ashley a terra, guardarono il loro figlio e gli annunciarono: “Sonji sei nostro figlio e dobbiamo dirti che siamo una famiglia di vampiri per natura o per discendenza e che Sarah è stata scelta per trasformarti in uno di noi..”
Sonji non crebbe alle sue orecchie e fissò per un minuto intero le loro facce, senza dire una parola.

di Dayana De Rosa