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Capitolo 2

Un'altra notte persa a osservar il mondo. Dall'alto del mio rifugio, a piedi penzoloni su uno dei più antichi edifici di quella città a osservar la vita... che prosegue incosciente e il suo andare frenetico.
Resto cosi per ore, quasi ipnotizzata ad osservare il traffico cittadino... il via vai dei suoi abitanti... le luci e i rumori... Quello era il mio attimo melanconico l'istante del ricordo... In una notte buia proprio come questa... la mia vita cambiò. Da quella notte dimenticai la mia natura umana e da allora vivo il paradosso di un esistenza mistica.
Di giorno mi immergo in quella folla multicolore camuffando la mia metamorfosi... e di notte libera da ogni legame spiego le mie oscure ali.
Un angelo oscuro... un vampiro... non so nemmeno io più cosa sono e perché esisto... mi nutro dei pensieri e delle energie di quelle misere creature umane e proseguo questo destino affidatomi... senza saperne nemmeno il perché se non che tutto questo ha un senso... ne ho la certezza... ma non mi è dato saperlo non ancora poi chissà...
“Devia, lo sapevo che eri qui”
La voce calda e potente di Iscariot mi scosse dal torpore dei miei numerosi pensieri... mi volsi e lo guardai era meraviglioso e ammaliante per nulla diverso dalla splendente creatura che mi attrasse nella mia notte mistica. Pose le sue labbra sulle mie e mi strinse a se
“Mia regina una nuova notte ci attende, non indugiamo”
Gli risposi:
“Si, mi sento piuttosto debole, anche io ho bisogno di nutrirmi.”
Mi prese per mano e insieme ci dirigemmo verso l'unico punto verde di quella caotica città, nascosti tra le foglie e i cespugli era facile mimetizzarsi per poi piombare repentinamente sull'incauta vittima che in quella tarda ora si addentrava per quei sentieri. Di solito erano barboni in cerca di un posto tranquillo dove passare la notte o qualche vogliosa coppietta alla ricerca di un angolo appartato per amarsi. Ultimamente... era sempre più difficile cacciare ormai la voce di strani eventi nel parco cittadino iniziava a spargersi e questo luogo era sempre meno frequentato presto avremmo dovuto cambiare la meta dei nostri agguati.
Iscariot era stranamente pensieroso questa notte, io stessa avvertivo un'aria diversa, c'era qualcosa di strano, tutto questo mi rendeva impaziente, volevo cibarmi e andare via.
Ecco, si odono dei passi lenti sul selciato: si sta avvicinando qualcuno, guardo il mio oscuro compagno ad un suo minimo cenno, insieme, piomberemo sull'ignara vittima.
Il suono si arresta... pensierosa mi avvicino e sussurro al suo orecchio.
“Strano... non sento più nulla, eppure ormai dovrebbe essere vicino.”
Con un gesto repentino e violento mi preme la mano sulla bocca... e mi azzittisce... sento tutta la sua tensione attraverso la mano..
“C'è qualcosa che non va...” mormora lui.
Dai cespugli balza fuori un nutrito gruppo di uomini, che ci accerchia, si avvicinano con fare minaccioso: siamo in trappola.
Con lo sguardo terrorizzato guardo Iscariot, i suoi occhi di ghiaccio lasciano trasparire lo stesso terrore. Mi stringe a se con veemenza. Uno di quegli uomini separandosi dal folto gruppo si dirige verso noi. Un guizzo di luna illumina il suo volto, cosi da permetterci di riuscire finalmente a distinguerlo: non dimostra più di una quarantina d'anni, corporatura nella media.
Un uomo come tanti, a primo impatto, se non fosse per gli occhi di brace incorniciati da lineamenti duri e squadrati. Mi guarda con strano interesse, mi si avvicina e tocca il mio viso... mi ritraggo di scatto... lui mi sorride malignamente e si volta verso Iscariot.
“Allora è questa la nuova creatura il cui nome viene largamente decantato in ogni antro, credevo fosse più bella, è questa sorta di mezzo demone che vi ha trasformato in un pappamolle. Siete una vergogna per tutti noi, avete fallito miseramente la missione affidatavi ed avete finito per innamorarvene! Siete solo un inetto.”
Erano ormai faccia a faccia, vedo il viso di Iscariot trasformarsi in una smorfia di odio, di rabbia è quasi sul punto di piombare su quell'essere per lacerargli le carni, quando, fermo e immobile trae un respiro... rilassa il corpo e dice:
“Azarel cosa vuoi, chi ti manda? “
Rispose:
“Che domande sono certo che voi immaginiate già il perché della mia venuta in questo squallido mondo, Prima o poi vi avremmo scovato è inutile nascondersi. Vostro padre reclama la vostra presenza e poi bisogna concludere un qualcosa che voi non siete riuscito a fare.. “
Voltò la testa e con un ghigno satanico sul viso mi guardò, passò veloce la lingua sulle labbra, e prima che riuscissi a muovere un singolo muscolo, spiegò le enormi ali rosse e mi si avventò contro.
Terrorizzata chiusi gli occhi e quando li riaprii... il mio Iscariaot si dibatteva in una furiosa lotta con quell'essere sconosciuto... vedo i loro corpi contorcersi, gli artigli affondare e tagliare... in un estremo combattimento.
Il resto delle creature che fino allora erano rimaste ferme a guardare ,si avvicinano, due di loro mi immobilizzano, quando sentii le loro braccia stringermi, urlai, urlai con tutto il fiato che avevo in gola fino a sentirmi il sangue ribollire, la terra iniziò tremare... un energia sconosciuta mi pervase il corpo... e di quegli esseri a me vicini non restò che polvere. con le ultime forze che mi erano rimaste in corpo posai lo sguardo sul mio Iscariot che mi guardava. Gli leggevo lo stupore in volto, poi sentii l'oscurità calare su di me e caddi a terra svenuta.. ..
Un rumore incessante mi risvegliò da un lungo sogno, aprii gli occhi di scatto mi guardai attorno... ero rinchiusa in un carro, steso sul pavimento vi era Iscariot aveva il corpo rigato da solchi vermigli i capelli appiccicati al viso impolverato e macchiato di sangue.
Dalle feritoie della angusta finestra di quella prigione traballante scorsi un mondo mai visto luoghi inconsueti, esseri demoniaci, e strade sconosciute
Impaurita e stanca mi chinai sul corpo ferito del mio amato con forza lo strinsi al cuore e piansi caldi lacrime.
“E adesso? Che ne sarà di noi? amore mio... che ne sarà?”     [ Vai a pagina: 3 » ]

di Maria Coelo