[ Vai a pagina: 2 » ]     Ha dell'assurdo, se ci ripenso... Mia madre mi ha scaraventato a terra dalle sue braccia e ha iniziato a urlare, mio padre ha cercato di uccidermi a coltellate, le mie sorelle scappavano lontano da me, il nonno brandiva una torcia e sventolava le fiamme sopra il mio povero corpicino appena nato...
Poi Assenzio, attirato dalla mia magia che per lui è come un odore, mi ha portato via prima che potessero farmi del male.
Sono cresciuto un po' da solo e un po' in tante famiglie, fino a iniziare la mia attività.
Ma pensiamo un po' chi potrebbe aiutarmi ora, che è più importante...
Oltre a questi tre che sono la mia famiglia potrei rivolgermi ad Arcangelo, vampiro dalla venerabile età di 749 anni, una persona autorevole, rispettabile, che amministra la giustizia tra i vampiri e che mai penserei di uccidere: ha un po' la mania abbastanza ributtante di spargere il sangue delle sue vittime sulle facce dei loro innamorati, e di far rinnegare ogni luce alle sue vittime, di farle impazzire...
Ma a compensare ciò possiede anche uno spettacolare senso di giustizia che manca a molti..
Però insomma, Arcangelo è una persona importantissima, e, anche se mi ha in simpatia in quanto figura potente e amministratrice di giustizia anch'io, non posso certo disturbarlo perché ultimamente i più giovani vampiri mi si gettano quasi tra le braccia e invocano una salvezza che penso vedano nella morte, insomma...
Ha tanto lavoro da fare anche senza pensare ai miei dubbi.
Sono proprio curioso di sapere dove mi porterà questa storia: adesso salterà fuori che ...
Cosa?!
Accidenti, non ho nemmeno una vaga idea di quel che sta succedendo!!
-Sicuro che capirà?-
-tranquillo, Uma non è una sciocca, capirà quello che sta succedendo. Del resto non ha alternative.-
Assenzio è dubbioso: la sua piccola Uma, la sua dolce piccola creatura, come la figlia che ha ucciso tanto tempo prima...
Uma, vampira bellissima, Uma, vampira perfetta, Uma, macchiata della luce che porta alla ricerca di un'ipotetica salvezza, che spinge tra le braccia di chi può ucciderla.
-Non voglio perderla, Arcangelo, Uma oramai è sotto la mia protezione, è come se fosse figlia mia, non puoi portarmela via neppure se cercherà di uccidersi. E poi- la sua mente si illumina: una speranza!- Itan capirebbe se si trovasse di fronte la ragazza, non la ucciderebbe mai.-
Arcangelo annienta anche quella certezza:-Mi dispiace, Arcangelo, ma devi scegliere: o lasci che muoia uno della nostra razza o uccidi chi potrebbe uccidere la tua dolce bambina... Itan ha più di 200anni ed è pur sempre ancora VIVO, umano, per di più, e non è normale che viva tanto a lungo con l'aspetto e la forza di un uomo nel fiore degli anni... Dobbiamo impedire che succeda l'inevitabile.-
Assenzio lo sa, lo sa da quando ha salvato quel piccolo esserino dannato, urlante, impaurito, scacciato e maledetto anche dalla sua famiglia: Arcangelo gliel'aveva detto, lui sapeva che sarebbe finita così...
Itan, l'unico umano che avesse mai apprezzato, era nato con troppe qualità, e la sua magia diventava sempre più forte. Presto si sarebbe addirittura auto-cancellato se fosse andato avanti così.
La sua influenza oramai spingeva già le menti più deboli al suicidio, alla ricerca della redenzione dell'anima attraverso la morte...
Anche la sua Uma avrebbe ceduto presto, e lui non poteva permettere una cosa del genere...
Assenzio annuisce:-E sia allora, Arcangelo: ucciderò io stesso il “ragazzo” quando tornerà a casa. -
Arcangelo sorride:- Sarai la prima e l'ultima persona che vedrà.-
Dagli occhi di Assenzio scivolano taglienti lacrime rosse e trasparenti: inizia a tremare, chiude gli occhi, ma sta fermo, la bocca ridotta ad una linea sottilissima, non può umiliarsi tanto da piangere davanti a qualcuno:- So come ti senti.- dice Arcangelo posandogli una mano sulla spalla:- Ma nessuno può permettere a un altro Dio di manifestarsi, nemmeno se è quello che chiamano solitamente “Satana”. Tu lo capisci, Assenzio... Itan è destinato a morire... Ogni reincarnazione del Dio Puro e Vero è destinata a tornare a quella sua originaria purezza, ma se lo facesse ci annienterebbe, ci dominerebbe, non saremmo più noi, non saremmo più liberi, ma schiavi di un padrone a cui non potremmo sfuggire... -
Assenzio annuisce, le lacrime cadono dal mento a terra:-Itan, il mio piccolo Demonio... Morire... ... -
Sissignore, anche il Diavolo muore.
Lo ha appena fatto, appeso al muro, trafitto dalla spada di Assenzio.

di Vereor