[ « indietro ]     Stavano attraversando nuovamente l'ampio cortile. Le torce bucavano la densa oscurità lasciando intravedere solo una pallida porzione di terreno.
Naturalmente Serena precedeva gli altri tre ragazzi di un metro, si sentiva perfettamente a suo agio, quasi stesse andando da un amica. Tra i tre c'era anche Federico, ma non gli aveva detto che era voluta venire con lui per cercare di abituarlo alla vera realtà.
Era una delle sue "sensazioni", quel "sentire che doveva farlo" che la spingeva a strappare la benda della falsità dagli occhi di Federico.
Era merito di queste sensazioni che si era tirata fuori da quella trappola che si era creata due anni fa, queste voci mute che le attraversavano la mente ogni tanto e la riempivano di paranoie.
Non aveva certo scelto a caso Federico, Denise e Sara.
Questi, malgrado non avessero niente in comune di speciale né la passione per gli edifici infestati, sembravano accomunati da un futuro particolare che dovevano condividere con lei.
A guardarli bene, sentiva che erano diversi dagli altri.
In passato, però, quelle sensazioni l'avevano spinta a scrivere quel maledetto libro che ancora oggi rappresentava il più grande errore della sua vita.
Forse era una nuova trappola, ma avrebbe potuto essere la sua salvezza.
Nel dubbio, aveva scelto di fargli vedere la verità, ma di tenerli molto lontani da quel mondo e soprattutto da lei.
Se il loro destino sarebbe stato di entrare il quel macabro gioco con lei, ne avrebbe ritardato il momento il più possibile per permettergli di vivere la loro vita senza rimorsi o responsabilità più grandi di loro.
Lei aveva dovuto abituarsi, a suo tempo, a quest'idea e purtroppo aveva passato anche molte sere a piangere per tutto quello che le era successo.
Si era vista di fronte una scelta troppo grande e aveva preferito la strada più giusta e difficile, ma aveva rimpianto più volte questa scelta.
Sapeva che ciò che aveva vissuto fin'ora non era niente in confronto a ciò che sarebbe arrivato.
Sperava solo di continuare a vedere sorridere la gente.
-Tutto bene, Sere?- la voce di Federico la risvegliò.
-Eh...si, non preoccuparti.- rispose con un largo sorriso.
-Sei sicura che questa volta non succederà niente?- chiese visibilmente preoccupato.
-Perché dovrebbe? Mi hai accompagnato qui altre volte, dopo quel giorno, e non è mai successo niente.
Che viaggi ti fai? Stai calmo e preparati a ridere!- disse eccitata al solo pensiero.
Federico sembrava aver ereditato da lei quella perenne preoccupazione da quando i suoi occhi avevano iniziato ad abituarsi alla vera luce.
Non riusciva ancora a capire molti dei misteri che la circondavano e questo lo rendeva insicuro.
Non appena entrarono, Serena si mise in coda al gruppo.
I tre ragazzi si aggiravano tra le stanze tesi e silenziosi, malgrado non avessero ancora visto né sentito niente di strano.
Serena scorse nell'oscurità uno dei suoi amichetti fantasmi che le sorrideva con la medesima espressione scherzosa, che lei mostrava.
La paura che gli aveva mostrato in principio, si era tramutata in amicizia; non faceva più caso nemmeno al fatto che fossero fantasmi.
Il buio le sembrava meno oscuro, eppure la sua calma nascondeva un velo di nervosismo.
Più si esponeva a quella nuova luce, più sentiva avvicinarsi il peggio.
Quello che aveva passato non era stato niente, Lui aveva bisogno di Anghells e l'avrebbe cercata di ottenere con ogni mezzo.
I pensieri di Serena finivano sempre in questo modo: malgrado cercasse di essere felice, tornava sempre quella malinconia e quelle domande senza risposta.
Si accorse di tenere lo sguardo abbassato, chissà da quanto.
Si ricompose e diede un'occhiata ai suoi amici, sostando gli occhi qualche minuto su Federico, non poteva permettersi di creare nuovi dubbi che li spingessero ad indagare.
Salirono le scale tenendosi ancora più vicini, sarebbe bastato poco a far scappare subito i due ragazzi che stavano con Federico e Serena.
Ad ogni rumore sussultavano e rallentavano, tra poco avrebbero iniziato a camminare a rallentatore!
Il gioco stava diventando noioso, almeno per Serena.
Aveva già voglia di tornarsene a casa. Erano già giunti al punto in cui le scale erano state interrotte, più in là non era sicuro andare per via dell'inagibilità dei piani superiori e della gravità del danno fatto alle scale.
-Vieni da me, Anghells!- esclamò una voce profonda e lontana,che riecheggiò nell'edificio.
Serena l'aveva riconosciuta subito, era Lui!
I tre ragazzi si precipitarono a perdifiato giù per le scale, Serena riuscì appena ad afferrare per la maglia Federico, lo tirò verso di se e lo bloccò un braccio intorno al collo.
-Portali fuori, io ho una questione da sistemare!- sussurrò. Lo mollò di scatto e saltò oltre il buco delle scale. Riuscì appena ad aggrapparsi agli ultimi gradini e si issò con attenzione, per evitare che crollassero.
Infine si girò, Federico era ancora lì a guardarla con quello sguardo preoccupato.
-Non ti lascio qui dentro.- disse apparentemente deciso.
Serena avrebbe voluto intimargli nuovamente di andarsene, ma una segreta paura le attanagliava le labbra. Accennò un sorriso e corse su per le scale.
Ad accompagnare la sua corsa erano le urla dei due ragazzi e il movimento del vento tra i mucchi di sporcizia. Le gambe si erano fatte più pesanti, ma non lo sentiva molto.
Solo il pensiero della vendetta le dava la forza di andare avanti.
Fu all'ultimo piano in un batter d'occhio, neanche sapeva come aveva fatto a pensare che lui fosse proprio lì.
Però c'era. Una lunga ombra scura era dritta in mezzo alla stanza, senza viso, senza mani, solo una singola ombra dalle fattezze umane.
Mentre l'incedere della ragazza si faceva più lento, il suo cuore batteva più veloce, il sangue le pulsava nelle vene, gli occhi erano fissi su un unico oggetto.
-Voglio darti un' ultima possibilità.- le disse il Diavolo con tono lento e conciso
- Non sai cosa ti aspetta, quel che è certo è che non sarà così facile come ora. L'unica cosa che ti ha reso più difficile ciò che hai vissuto sono state le tue paranoie, le tue preoccupazioni.-
-Allora smettila! Non te la lascerò mai, l' hell's angel è stato seppellito nel mio cuore.-
-Credi davvero di poterla trattenere? Anghells è il male puro, violento, incontrollabile; non appena ti arrabbierai, lei ne approfitterà per uscire.
Ora le hai concesso di avere dei poteri superiori, pensi che se ne starà buona? Se ti metti contro di me, soffrirai come non hai mai sofferto e i tuoi amici ti abbandoneranno appena sapranno di avere vicino un demonio assopito.
Come potrebbero fidarsi di te? Prima o poi non la controllerai più.-
Serena si sentì vacillare, si girò e appoggiò il viso allo stipite della porta. Federico la osservava dal punto in cui si erano lasciati.
-Perché vuoi continuare a soffrire? Grazie a lei vivrai in eterno e felice. Perché rinnegarti questi privilegi?-
Mentre prendeva la sua decisione più importante, le lacrime le percorrevano il viso. Sapeva cosa dire, ma non aveva la forza di muovere le labbra.
Federico doveva aver visto la sua tristezza e le lanciò un sorriso incoraggiante. Lei rispose a sua volta con un sorriso.
Nel petto sentiva ancora quel calore puerile, non era Anghells a darle la forza, ma lei stessa.     [ avanti » ]

di Serena Pirazzi