[ « indietro ]     Per diversi minuti non riuscì a far altro che guardarsi intorno alla disperata ricerca di un appiglio,di una risposta sagace ed intelligente che avrebbe messo lo psicotico dall'altro capo del filo in scacco costringendolo a raccontargli come erano andati i fatti,ma tutto ciò che fu capace di emettere fu un misero singulto che fortunatamente risultò muto..
"Sei ancora lì?".
"Dico a te,bamboccio,sei ancora lì?".
L'urlo perentorio dello sconosciuto lo fece ripiombare a terra con la violenza di un sacco di sabbia.
"Sì,ci sono.Hai tutta la mia attenzione".
"Bravo".
"Perché l'hai uccisa?."pausa "L'hai uccisa tu,vero'".
"Certo che l'ho fatto io,tu non saresti in grado neppure di firmare gli autografi se non avessi sempre qualcuno pronto a sorreggerti".
"Si può sapere cosa cazzo vuoi da me?". La comunicazione venne interrotta improvvisamente e si ritrovò a fissare attonito il ricevitore divenuto sinistramente silenzioso.
Il panico finalmente fece il suo dovere e lo ridusse in sua schiavitù.Si immaginò piccolo e bianco come una di quelle cavie da laboratorio che corrono all'infinito dentro un cerchio di plexiglas,mentre qualche scienziato occhialuto osserva la scena con un cronometro in mano calcolando quanto impiega il cuore di quell'esserino peloso a d esplodere se sottoposto ad eccessivo sforzo.Il suo quanto avrebbe impiegato a giungere al traguardo?.Improvvisamente fu assalito da un'incontrollabile voglia di bere.Frugò fra le bottiglie che teneva sparse all'interno dell'elegante mobile bar che gli aveva regalato il suo agente quattro anni prima,ne estrasse una a caso e tirò giù una possente e bruciante sorsata di vodka.
Non servì a far sparire il dito dal tritarifiuti né tanto meno a cancellare le tracce di sangue che avevano ridipinto metà della casa.
Il telefono trillò di nuovo.
Corse.
Inciampò sul bordo di legno del letto ,il dolore lo trafisse improvviso e crudele,strappandogli un paio di lacrime dagli occhi arrossati ed un brandello di pelle dallo stinco destro.
"Pronto?"trafelato.
"Spero tu sia maggiormente propenso al dialogo ora".
"Sì,lo sono"
"Ci avrei scommesso.Ho tre cose da dirti bamboccio,apri bene le orecchie perché non ho alcuna intenzione di ripetermi".
"Ti ascolto".
"Primo,le domande le faccio solo io,e se mi va fornisco anche le relative risposte,non voglio essere interrotto dalle tue insensate suppliche o da qualunque fetida esalazione effluvi dalle tue labbra".
Si astenne dal replicare.
"Secondo:il resto della ragazza non è affatto andato distrutto,è in casa tua,nascosto e a dire il vero neanche troppo bene,sai ieri sera avevo una certa di premura di...abbandonare il luogo del delitto"altre risate,David cominciava a temere che avrebbe udito l'eco di quei versi ogni attimo della sua vita,sempre ammesso che ne avesse ancora una da vivere.
"Terzo:hai esattamente due ore di tempo a partire da ora per rimettere insieme il puzzle e disfarti del cadavere che sarai riuscito a ricomporre.Allo scadere del centoventesimo minuto ti avvertirò con uno squillo,sarà il segnale che ho chiamato la polizia per avvertirla di rumori che provengono dall'abitazione del famoso attore di cult horror movie David Johansen,con tutti i precedenti per rissa ed ubriachezza molesta che hai sulle spalle non tarderanno a precipitarsi da te e se non sarai riuscito a sbarazzarti della salma....bhe...temo che la tua carriera di divo subirà un tragico arresto.Ti saluto buffone".
"Aspetta" quasi gridò.
Silenzio,solo il ronzio della linea ,temette che l'uomo avesse nuovamente interrotto la conversazione.
"Ti ascolto ma fa in fretta".
"Dimmi solo cosa esattamente devo trovare,ti prego,questo me lo devi,non potrei mai riuscirci altrimenti".
Pausa,stava riflettendo sul da farsi.
"Va bene,questo posso accordartelo...dunque...in tutto ci sono cinque tronconi che devono essere ritrovati più ,ovviamente,le interiora;la ragazza aveva un intestino quanto mai in disordine,alimentazione sregolata,sarebbe diventata obesa in pochi anni se avesse continuato a mangiare così,meglio aver evitato che accadesse.Hai due ore,bamboccio,buona caccia ,il gioco comincia ora".
Il sibilo metallico della linea interrotta si unì con il crepitio elettrico del corto circuito dei suoi neuroni.
Riagganciò.
Si voltò un'ultima volta in direzione della testa mozzata e non trovò consolazione nell'espressione assonnata dipinta su quel volto,per la prima voltò notò che anche i capelli biondi sparsi in ricci scomposti sul cuscino erano venati in più punti da screziati toni di arancio che si dipartivano in fili sottili come seta di ragno dal collo reciso,la pelle aveva subito diverse lacerazioni ed i brandelli di tumefatti e quasi anneriti dal sangue che si era rappreso nei capillari cutanei,protrudevano dall'attaccatura come sottili tentacoli.
Si sorprese dell'innumerevole mole di particolari per lo più inutili che la mente è in grado di captare quando è sollecitata e fortemente sovraeccitata.
Dubitava che alcuno dei pensieri che lo stavano distraendo in quel frangente gli sarebbe risultati di una qualunque utilità,il tempo correva via inesorabile...tic...toc...tic...toc...
Balzò in piedi e si precipitò in cucina,certamente la mattanza doveva aver avuto luogo lì,rimaneva solo da accertare come l'estraneo si fosse introdotto in casa e sua e per quale gioco del destino lui non si fosse accorto assolutamente di nulla.Probabilmente l'uomo lo aveva drogato,ma perché?
Ora non aveva alcuna importanza,ci sarebbe stato modo e luogo di appurare la meccanica dell'accaduto,adesso doveva solo riuscire ad uscire integro ed innocente da quella paranoica versione de "Ai confini della realtà".
Sorrise,una parte di lui non aveva nessuna remora nell'ammettere che non si divertiva così da anni.
Cinque parti anatomiche.
Una gamba.
Due braccia,di cui una priva della rispettiva mano.
Il tronco....
Ne mancava uno.
Ma...
Era meglio iniziare la caccia.
Cominciò a canticchiare un vecchio pezzo dei Rolling Stones,non li amava particolarmente ma quel ritornello gli affiorò alle labbra arse in maniera autonoma,scevro da ogni controllo.
"...if you start me up...".
Ispezionò la cucina millimetro per millimetro ripetendo a bassa voce sempre il medesimo ritornello.
Nulla,a parte i cinque litri di plasma versati in ogni dove.
Il frigo.
Era immacolato.
Lo spalancò e...bingo...prego passi a ritirare il premio alla cassa .Preferisce un 'orso di pezza o un papero di gomma?
"Mi accontento anche di questo,grandissimo figlio di..".
Trasse il braccio mutilato della rispettiva mano senza batter ciglio ,era stato gettato in fretta sopra un paio di contenitori termici per gli avanzi che a quanto rammentava dovevano essere colmi di lasagne precotte.
Osservò la sottile traccia traslucida di brina che si era formata lungo la pelle abbronzata ,l'intero avambraccio era costellato di piccole ecchimosi a forma di stella,sicuramente traumi inflitti alla parte dopo che era stata asportata.
Tornò in camera da letto e lo gettò accanto alla testa che rotolò sinistramente in direzione della parte di sè che era stata così irrispettosamente lanciata.
"Non temere,tesoro"mormorò "fra poco ti porterò anche il resto".
Entrò in salotto.
Sembrava tutto perfettamente in ordine,la tv era in stand by,lo stereo spento, il tavolino ingombro delle solite cartacce ....
Si avvicinò al piccolo tavolo a bacheca,si accucciò fino a sfiorare la superficie liscia e fredda del cristallo con la guancia ispida della barba di due giorni.
C'era qualcosa che attirava la sua attenzione ,o meglio i suoi sensi acuiti dalla tensione avevano captato qualcosa che i suoi occhi faticavano a scorgere.
Restò così per un tempo che parve infinito...tic...toc.
"Andiamo....concentrati".     [ avanti » ]

di Vampire