Margaret amava passeggiare nei morbidi prati, e nel bosco in città. Era sempre occupata a far cose che non le piacevano come la scuola…si la scuola per lei era una gran perdita di tempo, più di tutto odiava la matematica, si domandava…«ma a che cazzo mi serve? E perché non è un opinione?». Lei dopo non avrebbe frequentato l’università e soprattutto mai facoltà scientifiche.
Preferiva non andarci a scuola, per evitare di frequentare gente che non gradiva e luoghi che odiava, ci andava raramente e quando andava spesso si addormentava sul banco oppure era assorta nei suoi pensieri.
Lei non faceva nulla nella sua vita, dormiva (o di raro frequentava la scuola) mangiava, navigava su internet in cerca di immagini fantasy o di mondi naturali inesistenti (o se esistevano non qui) poi, beh…non frequentava nessuno, non aveva amici, tutti la odiavano, la consideravano una sadica,pazza, senza valori. Margaret odiava la gente che la circondava, erano persone così monotone, sempre se si potevano considerare persone, a scuola c’erano dei ragazzi che conoscevano solo tre cose: la discoteca (quel luogo insulso) dove saltare come quattro idioti con una musica, che è da considerarsi solo come il caos di una massa di autoveicoli rotti, il sesso, ma non interpretato come un valore, ma solo come un su e giù di goduria fisica, mischiata con volgarità; e poi gli abiti costosi, ma in realtà non sapevano neanche cosa stavano indossando, per loro anche se è uno stilista fiorito ieri, la cosa importante è che gli abiti costano dai cento E in su, altrimenti vieni considerata una pezzente. Con ciò non significa che Margaret non amava il sesso e gli abiti costosi, però bisogna saperseli godere.
Il suo modo era un mondo unico, solo suo,costituito dall’esoterismo sotto chiave naturalistica, il sesso visto come una goduria spirituale che si confondeva con la bellezza del corpo.
Dal mondo dark-gothic, beh lei si definiva così, il suo sogno sarebbe stato quello di vivere in un gran castello pieno di statue di angeli neri e di demoni dal volto angelico ma dall’espressione estremamente dolce e malefica allo stesso tempo.
Un letto cosparso di soffici lenzuola di seta nera e ricamata ai bordi.
Un bel mondo gotico, fatto di misteri, di morte, di vita e d’amore. Non ci pensava da molto tempo ormai, da circa due anni quando ne aveva quattordici, non pensava all’amore.
Le mancava un angelo nero che le accarezzasse il corpo, ma ormai ci aveva rinunciato, passava giorni interi in quel bosco aspettando un cavaliere che gli avrebbe teso la mano, aspettava che sorgesse la splendida madre Luna, si lei era la sua Dea.
Come può un satellite rendersi così splendente…no, non era un satellite, era un mondo che nella sua radiosità, racchiudeva tutti i sentimenti, le emozioni ed i sogni avverati.
Ogni fase era un’eterna catena di emozioni, ma il plenilunio li racchiudeva tutti e solo allora, la dolce e perversa luna poteva mostrarsi così com’era.
Quando tornava a casa accendeva quello stereo, inseriva un cd dei Dark Sanctuary ed assaporava ad occhi chiusi il suo mondo dall’aspetto così magico, naturale e medioevale, mangiucchiava qualcosa (sicuramente nulla di sano) non era il tipo.
Margaret amava nutrirsi nella vita di qualsiasi cosa fosse buono e non si curava di cosa poteva danneggiarla, ma solo di cosa potesse soddisfarla.
Il momento più bello della giornata era quando dormiva, poteva sognare, però spesso faceva incubi, era felice solo quando sognava ripetutamente di fare l’amore con un uomo dall’aspetto bello e misterioso, però il suo volto non era mai ben visibile.
L’indomani quando si svegliava, piangeva, avrebbe voluto inseguire quell’essere dal fascino demoniaco e fuggire con lui, fuggire in un mondo dove questa società non è presente.
In un mondo dove i morti ed i non morti abitano insieme e si adeguano al fascino della natura. Quella mattina si alzò e come al solito non andò a scuola, ogni sera o mattina con i suoi genitori era un litigio diverso, volevano a tutti i costi che Margaret frequentasse la scuola, ma per lei quello era il posto più inutile del mondo.
Lei anche se non frequentava la scuola amava molto leggere e scrivere, non aveva dei libri in particolare, amava leggere di tutto, e poi le piacevano davvero tanto i manga giapponesi.
C’era solo una cosa che le sarebbe piaciuto fare come lavoro in questa terra…recitare al teatro, la recitazione era il suo sogno, lei avrebbe voluto fare l’attrice.
Chiese ai suoi genitori di iscriverla ad una scuola di recitazione, ma loro glielo proibisero dicendo che erano sciocchezze e che era la scuola l’unica cosa realmente importante, lei in quell’istante giurò di fargliela pagare.
Si alzò e decise di fare colazione e di recarsi da qualche parte dove nessuno potesse vederla, si diresse con un autobus verso quel bosco dove si recava quando voleva rilassarsi, appena entrò sentì come se quella vita mondana e quel mondo industrializzato e caotico fosse sparito alle sue spalle. Si addentrò in quel mondo naturale dove a guardarla c’erano solo delle piante e tanta natura di ogni tipo.
Margaret era davvero rilassata solo quando si trovava in quel luogo.
Passeggiò felicemente per il bosco, e scoprì ad un tratto, un luogo che non aveva mai visto prima d’ora, tutto appariva come un luogo medioevale, si, uno di quei recinti pieni di fieno, dove i contadini all’alba si recavano ai propri mulini.
Tutto era così strano, ma appariva come se il mondo pieno di caos, auto, inquinamento e solita gente monotona fosse scomparso, o addirittura mai esistito.
Margaret rimase con la bocca spalancata e si sentì la donna più felice del mondo, non aveva mai visto un luogo così naturale.
Prima di arrivare lì, dietro di lei era tutto di un verde naturale, solo quel luogo era di un colore paradisiaco.
C’era un albero tutto recintato, dava un’impressione strana, come se quello fosse un luogo sacro. Margaret nella sua mente pensava…«spero che questo luogo sia reale e non solo un sogno» ma a farla rattristire ci fu una bottiglia di birra,un Hineken buttata tra quella natura così sacra, tutto fu spezzato, lei sperava che si trovasse nel medioevo, e che nessuno lì potesse vederla, tranne all’alba qualche contadino che si dedicava al raccolto, e qualche strega che raccoglieva delle erbe rare e strane per i suoi incantesimi.     [ avanti » ]

di Morea