“Morire sentendo un altro essere rinascere in se” Canticchia
salterellando per la stanza con un che di follia e tristezza negli occhi

Trangugio la linfa che mi avvicina ai tuoi sensi
Non puoi dirmi Basta!

Ti voglio.

Sento il tuo odore pervadere il mio corpo stranito
Non sono che il sembiante di me stesso.
Tu mi uccidi.

Consapevole alzo il capo
Labbra arrossate rabbrividiscono al singhiozzare dei polmoni
Venereità nascoste..
Ma è solo un giorno che già passa celere
Quest’alba che decresce ed io svermino

Il mio corpo non è morto.
Tace.
Solo un viaggio spaventoso nel cervello?
Eppure so che è tutto diverso.
Sogno.

Cerco risposte al mio sangue svanito...



di Vitro