Si apre lo specchio e ne striscia fuori il viscido riflesso.
Si inerpica per la scarpata della follia uncinandosi con le sue mille zampette agli spuntoni di normalità che fuoriescono dall'infinito vortice del vuoto.
Il profano consacra ed il sacro profana.
Il perdente vince la guerra sopraffando il forte che si inchina all'esercito dei pazzi.
Quando l'ultimo sprazzo di vita lascia l'amore due corpi si abbandonano disfatti al mulinello della passione che li ha sconvolti.
Roteano pensieri a folle velocità, cozzano contro il muro delle norme e sguisciano via attraverso le fessure dell'irrealtà che si aprono su un orizzonte di albe e tramonti.
Altri orizzonti.
Strapperemo la testa all'avvoltoio che ci becca le carni rubando brandelli di sole alle nuvole del cuore che passeggia affranto lungo il sentiero del bosco di mirtilli.
la corda si è spezzata da tempo, il cane è libero e finalmenta azzanna il tedio che lo teneva prigioniero.
Il dio goloso si lecca le mani coperte di sangue e ne trae piacere, ma quel sangue gli strozzerà la gola facendolo morire in una lenta agonia.
Volteggia il grande Albatro guidando le navi che arrancano nella nebbia.
I marinai ritrovano la rotta dell'inferno e vi muovono speranzosi. Caronte ne sarà la guida.
Il maestro e il discepolo sono una cosa sola e il grande albatro continua il suo volo verso l'oscuro cielo dei mille serpenti.
Uno sbatter di ciglia afferra la mano del bimbo e lo conduce alla scogliera dell'uomo spingendolo al balzo.
Ma il bimbo non vuole crescere e acceca gli occhi dei grandi.
Solo così potranno tornare bambini e cominciare finalmente a vivere.
La campana dell'est batte tre tocchi, uno per ogni demone ucciso dal santo bevitore.
Bevitore di morte ubriaco d'amore.
Si arrende alla sete perdendo la vita.
L'uomo gesù fece sua la donna dei segreti che partorì un piccolo biondo dai denti aguzzi e dal sesso di neve.
Il vampiro prese la vita a due mani e ne bevve fino a saziarsene.
Poi spitò l'anima giacchè non sapeva che farne e calpestò il cuore di dio baciando satana.
Il trafficante di sogni scavò a lungo nella miniera delle immagini di cristallo finalmente trovò l'unico sogno che non poteva vendere, il sogno dei suoi sogni, la fine del principio.
Il deserto delle rose appassì lasciando al suo posto un oceano di uomini in disuso.
Quando il nuotatore vi giunse scostò a fatica quei corpi fino a stancarsi talmente da diventarne parte.
I suonatori d'arpa chiusero le loro dita e aprirono la bocca all'ingordigia del pubblico.
Quando l'ultima nota si spense nell'urlo del cielo il cistode spense le stelle e andò a coicarsi sul suo giaciglio fregandosi le mani soddisfatto.
Anche oggi aveva fatto il suo dovere donando il giusto tributo al mangiatore d'anime.
Anche oggi avrebbe ricevuto la sua paga di venticinque fegati da gustare comodamente.
Fu un'alba livida quel giorno, i i figli dei lupi levarono la mente al buio del sole che li accecava.
La stella di David bruciò a lungo nella notte del giorno levando la sua colonna di fumo nero che intossicò gli animi delle aquile reali che non riuscirono più a svettare nel cielo e stramazzarono al suolo su una terra cosparsa di catrame che ne invischiò le ali impedendogli per sempre di riprendere il sogno e di poter voalre a sud.
Un uomo uscì di casa per rientrarvi subito dopo.
Nuovamente uscì e nuovamente entrò.
L'indecisione è un brutto vizio.
Gli angeli del colore fecero sciopero rubando la vita agli arcobaleni.
Odino forgiò una lunga spada col suo pesante martello e con quella trafisse il centro della volta celeste lasciando un immenso occhio che lagrimava pioggia amara.
Beviamo amici miei, colmiamo la nostra sete e andiamo a dormire.
Domani non sarà e oggi non è più.
L'anello imprigiona ancora e ancora tarpando le ali agli uomini ingenui.
L'ingenuità non permette di trovare l'uscita del labirinto infinito.
La donna che semina i figli mi abbraccia al suo seno donandomi la vita, poi mi pianta nel giardino dei suoi figli lasciandomi morire ucciso dalle intemperie.
polvere ero e polvere sono ritornato, ma come polvere sarò abbastanza leggero da poter essere sollevato dalle mani del vento e trasportato nell'isola dei gelsi.
Qui sarò curato ed amato e potrò vivere ciò che sogno.
Muoia pure l'uomo e lasci spazio al folle che scalpita impaziente di baciare il mondo che lo opprime.
Ciò che un pazzo vule nessuno potrà toglierglielo.
Io voglio vivere e amare e quanto non è vero Iddio lo farò.
La mia follia vincerà la normalità che ha già ucciso gli uomini.



di Undead Night