[ « ritorna a Janare - le streghe di Benevento ]    

Secondo la tradizione, le janare si davano convegno sotto il noce di Benevento la notte del sabato. Sotto i rami di tale immenso albero - che aveva la caratteristica di essere sempre verde, in ogni stagione - celebravano i loro riti orgiastici congiungendosi con spiriti e demoni che prendevano spesso la forma di galli o di caproni.
Le ianare, tuttavia, dovevano tornare alle proprie abitazioni prima del sorgere del sole e prima del suono della campana che annunciava l'inizio di un nuovo giorno.
La loro natura era particolare. Quando di notte si trasformavano, non erano semplici creature notturne in grado di volare, ma acquistavano "la consistenza del vento", diventando di natura volatile. Il modo in cui queste entità venivano percepite dall'immaginario popolare, forse deriva dal fatto che le colline che circondano Benevento sono spazzate da venti incessanti. Il vento infatti, anche se non originariamente, forse ha qualcosa a che fare con la stessa etimologia del nome "Benevento".
Si racconta anche che le janare preferissero radunarsi nelle sere di tempesta, quando il vento soffia impetuoso e la pioggia cade incessante, mentre le tenebre, squarciate dai lampi delle folgori, lasciavano scorgere le orripilanti sembianze di quelle donne demoniache che a cavallo delle loro scope, volavano in direzione del noce di Benevento.
Le sensazioni che la leggenda delle janare inducono, si possono cogliere nella celeberrima opera "Una Notte sul Monte Calvo" di Modest Mussorgsky (sinfonia utilizzata anche per commentare alcune scene nel film di animazione "Fantasia" di Walt Disney). Secondo la tradizione, l'autore compose la sinfonia dopo aver soggiornato a Montecalvo Irpino, ospite della duchessa Maddalena Pignatelli, la quale era figlia di Pietro Fesenko, consigliere dello zar Nicola II. Si dice che Mussorgsky restò molto colpito dall'atmosfera che si respirava a Montecalvo Irpino, suggestionato dai luoghi, dalla storia, dalle leggende delle streghe che prendevano il volo per ritrovarsi ai piedi del noce di Benevento dove celebravano il loro sabba.
Se si ascolta la sinfonia e si chiudono per un attimo gli occhi, sembrerà di vedere le streghe volare, volteggiare attorno al noce, in una corsa spasmodica a cavallo della loro scopa, sino a quando l'arrivo del mattino, salutato dal suono delle campane, non dissolve le tenebre sciogliendo allo stesso tempo la riunione demoniaca.