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Le janare sono figure caratteristiche della civiltà contadina. Nella tradizione, esse erano fattucchiere in grado di compiere malefici ed incantesimi, di preparare filtri magici e pozioni in grado di procurare aborti. Tuttavia non si conosceva l'identità delle janare: esse di giorno potevano condurre una esistenza tranquilla senza dare adito a sospetti. Di notte, però, dopo essersi cosparse le ascelle (secondo altri il petto) di un unguento magico, esse avevano la capacità di spiccare il volo lanciandosi nel vuoto a cavallo di una granata, cioè una scopa costruita con saggina essiccata. Nel momento del balzo, pronunciavano la frase:

Sott'a l'acqua, sott'a 'r vient, sott'a la noc d' Bnvient
(sotto l'acqua e nel vento, sotto il noce di Benevento)

(qualcuno ha avanzato l'ipotesi che il misterioso unguento fosse una sostanza allucinogena. In tal caso alcune delle storie fantastiche che si raccontano sarebbero nate dalle allucinazioni vissute delle persone che facevano uso di tale unguento).

Il luogo prediletto per prendere il volo era il Ponte Janara (riportato nelle foto nella pagina), costruito sopra il Torrente Janara. Il corso d'acqua nei secoli ha scavato una profonda fenditura nelle rocce. Le due rive scoscese sono dette "Coste Janare".
Il ponte fu fatto saltare in aria dai Tedeschi in ritirata durante la Seconda Guerra Mondiale ma fu successivamente ricostruito.
In fondo alle coste Janara, si trova un grande masso sotto il quale l'acqua che scorre ha creato un piccolo lago. In questo lago si creano inaspettatamente dei gorghi che risucchiano tutto ciò che si trova in acqua. Questo vortice poi scompare improvvisamente, così come è apparso. Il suo nome è "r' wurv d' 'r nfiern", cioè il "gorgo dell'inferno" e secondo la tradizione esso sarebbe un passaggio attraverso il quale si può discendere agli Inferi, come l'Averno.