Partiamo dall'ovvio: il gatto nero che attraversa la strada porta sfortuna, ma c'è dell'altro: guai lasciar dormire il gatto sul letto accanto a se, con il suo alito pestilenziale sarà causa di morte - Il pelo del gatto è non soltanto nocivo ma perfino velenoso - Secondo alcuni il gatto avrebbe il dono di vedere gli spiriti - Il gatto sparisce misteriosamente anche in una casa riapparendo sempre altrettanto misteriosamente - Una tradizione popolare tramanda che il martedì grasso i gatti essendo intenti a festeggiare con il demonio non siano visibili in giro - Essendo un animale infernale il gatto soffre particolarmente il freddo quindi durante l'inverno ricerca il calore della fiamma del focolare e perfino d'estate si crogiola al calore del sole.
Queste sono soltanto alcune delle leggende luttuose o inquietanti che accompagnano il piccolo felino domestico... ne è passato di tempo da quando era deizzato nell'antico Egitto. Nell'alto medioevo la chiesa cattolica del nord si difendeva dalle apparizioni della dea Freia che su una carrozza tirata da venti gatti infestava le notti e la dea Holda che cavalcava un gatto nero seguita da un corteo di vergini a cavallo di gatti maschi o travestite con le loro spoglie.
Fin dal primo Sabbah di cui si ha notizia del 1090 invece il gatto fa la sua comparsa da protagonista la strega officiante infatti era travestita da gatto nero e le donne che partecipavano al festino danzavano attorno a Satana con pelli di gatto o gatti appesi al corpo.
In uno scritto del 1180 si descrive l'attesa per la discesa di un mostruoso gatto nero personificazione del demonio da parte degli eretici.

Gwenny Guillaume d'Auvergne, vescovo di Parigi nel 1231-1236 afferma senza ombra di dubbio che Satana si mostra ai suoi fedeli per l'adorazione sotto forma di gatto.
Il papa Gregorio IX nella bolla Vox in Roma del 13 giugno 1233 fa menzione al gatto nero che cadde dal cielo, indicando in questa visione Lucifero inoltre era risaputo che il giorno del giudizio si sarebbero visti i gatti arrampicarsi sui muri dell'inferno.
Nel 1388, un eretico piemontese fu arso vivo perché vide un gatto nero, ovvia personificazione satanica.
San Bernardino da Siena nel 1427 scrive che le streghe affermano di potersi trasformare in gatte tramite uno speciale unguento preparato la notte di S. Giovanni o la notte dell'Ascensione a base di erbe cotte segrete.
Nel 1579 viene bruciata la strega "Dewell di Windsor" il cui gatto Gille è stato testimone dei suoi patti col diavolo.
Nel 1586 anche la strega Anna Winzelkipfel, viene bruciata viva a Bergheim era colpevole di essersi introdotta, indossando pelli di gatto nero, nella camera di tale Jacques Potter per lanciargli il malocchio.
A Vesoul, nel 1620, la strega Jeanne Boille confessò di essere in contatto con un potente demone che le appariva sotto le spoglie di un mostruoso fatto nero; colpevole del medesimo crimine nel 1662 Isabel Gowdie, ad Auldearn, nella contea di Nairn, seguirà la medesima sorte di Jeanne sul rogo.
Il drammaturgo Regnard, a seguito di un viaggio nelle terre lapponi nel 1681, raccontò che in quella terra gli stregoni vantavano di poter operare sulle persone malvagie una trasformazione: quella in gatti neri, perchè tali animali erano affini al demonio.
Qualcosa di diabolico in questo felino era trovato anche dall'illuminista François Marie Arouet, (Voltaire) che nel suo dizionario filosofico (1764) trattando delle costellazioni celesti fa notare che non vi si vede mai la costellazione di un gatto ma sempre di altri animali, quasi i primi fossero perfino banditi dalla volta celeste.

Non potevamo non menzionare una assurda quanto crudele ricetta per ottenere una pozione per l'invisibilità:
Procurarsi una pentola nuova, una pietra d'agata, un gatto nero e dell'acqua attinta da una fontana a mezzanotte in punto.
Mettere l'acqua nella pentola con l'agata, quindi metterci il gatto nero tenendo il coperchio nella mano sinistra (altrimenti la ricetta pare non si attivi), lasciate bollire per 24 ore, mettere la carne in un piatto nuovo, gettarsela dietro le spalle.
Guardatevi allo specchio e non vi vedrete più.
(N.d.A. non c'è limite alla crudeltà umana, ed alla sua idiozia)