Secondo la tradizione cinese un defunto doveva essere attentamente vegliato da familiari ed amici in modo da impedire che la salma potesse essere attaccata da cani e gatti i quali con i loro morsi o le loro unghie potevano trasformarlo in un vampiro.
Nel settecento Henry Moore (Grantham, Lincolnshire 1614 - Cambridge 1687) filosofo inglese, citò un'analoga credenza popolare nell'"Antidoto contro l'ateismo", si narra di un certo Johannes Cuntius, della Slesia, il cui cadavere fu morsicato e graffiato da un gatto nero prima del funerale.
Dopo qualche tempo il defunto ricomparve trasformato in vampiro e quando il cadavere fu dissotterrato, lo stato di conservazione del corpo si rivelò perfetto.
Questa infatti è la prova più significativa per l'accusa di vampirismo il cadavere perfettamente conservato.
Tornando però alla visione orientale dei vampiri essi traggono la loro maggiore forza dalla luce luna, quindi gli attacchi vampirici sono maggiori e più devastanti durante i pleniluni.
Marco Polo descrive anch'egli racconti e dicerie sui personaggi che hanno similarità con i vampiri.
E' doveroso però specificare che prevalentemente i vampiri orientali non hanno un corpo, ma sono spiriti.
Entità autonome o spiriti di persone defunte, o create "succubi" di stregoni.
Le morti violente come l'omicidio, il suicidio, la morte di un neonato, quella di una donna gravida possono creare degli spiriti vendicativi, in alcuni casi questi spiriti tornano esclusivamente per punire i parenti e una volta esaurita la loro vendetta trovano pace.
Le leggende cinesi conosciute in Europa soltanto a partire dall'Ottocento, e le storie di kiangshi (chiang-shih) sono diventate note attraverso l'opera Jan Jacob Maria de Groot (1854-1921), The Relìgious System of China.
Il kiangshi è collegato all'idea che parte dello spirito vitale possa rimanere nel corpo molto tempo dopo la morte (mentre un spirito superiore - se ne distacca).
Questo spirito, specialmente, come abbiamo detto, di persone che abbiamo avuto un trapasso violento, può animare il cadavere e renderlo capace di muoversi.
Il vampiro o cadavere-ridestato ha però difficoltà nei movimenti, la sua carne è morta, quindi è più simile ad uno zombie che al vampiro classico europeo, il cui stereotipo è quello del nobile più simile ai viventi che ai cadaveri.
Il cadavere trasformato in kiangshi, cui Groot diede la traduzione "corpo-spettro" è a tutti gli effetti un corpo materiale con quindi tutti i "bisogni" che questa fisicità impone, come nutrimento potrebbe benissimo giungere desiderare il sangue umano.
Quando un Kiangshi si reimpossessava del cadavere lo manteneva in buono stato di conservazione preservandolo quanto più possibile dalla decomposizione, che ne avrebbe fatto terminare l'utilizzo.
L'importanza data dal sangue come liquido vitale lo aiutava in questo, quindi l'assunzione di sangue dava al Kiangshi il odo di sopravvivere.
Nel tempo queste leggende si sono modificate, ampliate e colorite, subendo, pare doveroso supporlo, un'influenza con le leggende dell'India, comprendere ora quale fra le due possa essere la più antica pare impossibile.
Le leggende sui kiangshi possono essersi trasmesse da una cultura all'altra subendo modifiche o variazioni, per giungere fino ai popoli Rom che hanno poi provveduto ad espanderle in Europa.
Come abbiamo detto anche la magia può creare per alcune popolazioni orientali un vampiro, oppure attrarre uno spirito simile al vampiro per poterlo comandare, in questi casi per i rituali si usa sempre sangue umano.
Molti di queste entità non si limitano a nutrirsi di sangue, alcuni sbranano completamente le loro vittime, altri la possiedono rendendo la persona una sorta di guscio vuoto.
Principalmente questi spiriti cercano quello che più loro manca: la fisicità, quindi essa è rappresentata dal sangue, ed in seconda battuta dall'intero corpo umano.