Wayne Tikkanen, è questo il nome dell'uomo che forse ha distrutto il romantico ed orrorifico mito dei vampiri. Professore di chimica alla California State University di Los Angeles, Tikkanen avrebbe scoperto che vampiri e lupi mannari altro non erano che malati.
Nella Romania e nell'Ungheria del XVI e XVII secolo i veri mostri furono gli uomini del clero, i giudici e gli ignoranti che uccisero centinaia di persone che non erano l'incarnazione del demonio ma semplicemente dei malati di porfiria, una malattia del sangue che provoca lo sfiguramento dei tratti e fa calare la resistenza dei tessuti ai raggi ultravioletti.
Ecco perchè queste creature bevevano il sangue degli animali per alleviare il dolore (un rimedio della medicina popolare allora assai comune) e evitavano la luce del sole.
Quando la malattia è in uno stadio avanzato, la pelle comincia a scurirsi e si crepa per effetto dei raggi solari.
Le cicatrici si coprono di un anormale quantità di peli, le labbra spaccate si ritirano scoprendo i denti, il naso si erode e in qualche caso le dita delle mani si consumano, facendole assomigliare a zampe.
In alcuni casi, la malattia porta alla demenza.
Oggi la porfiria, considerata nella maggior parte dei casi ereditaria, è curabile ma ne sono affetti circa 100mila persone nel mondo.
La leggenda che vampiri e lupi mannari emergessero dalle tenebre con la luna piena si giustifica con il fatto che coloro che soffrivano particolarmente "uscivano solo dopo il tramonto" per evitare il sole.
Giustificato anche il terrore per l'aglio, perchè negli ammalati esso stimola le tossine contenute nel sangue facendoli gravemente peggiorare.
E la paura di questi "vampiri" per la croce appare più che comprensibile: i poveretti erano terrorizzati dal simbolo degli inquisitori, i quali li avrebbero messi al rogo come agenti di Satana.