In Val di Fiemme fra la fine del 1400 ed i primi del 500 vi furono parecchi casi di stregoneria, conclusisi neppure a dirlo con altrettanti roghi.
Le accuse per tutti questi sedicenti stregoni e streghe: eresia, abiura della fede cattolica, veneficio, omicidio, danni alle persone, al bestiame e ai raccolti, infanticidio, cannibalismo, rapporti sessuali col demonio.
Quasi tutte furono ripetutamente sottoposte a tortura secondo le usanze del tempo.
I verbali furono stilati dal notaio del tribunale di Fiemme, il bavarese Silvestro Leittner di Schlierssee, gli interrogatori si svolsero nel palazzo vescovile, mentre i processi veri e propri si celebrarono a Cavalese nella piazza antistante il palazzo.
Prima dell'emissione della sentenza fu anche ascoltato il parere del noto giureconsulto, l’avvocato Pietro Alessandrini di Trento.
Il primo processo contro Giovanni dalle Piatte di Anterivo nel 1501, si concluse con il bando dell'imputato.
Nel 1505 vennero, invece, accusate di stregoneria 28 persone, 6 delle quali riuscirono a fuggire prima dell’arresto e condannate in contumacia.
Delle 22 persone incarcerate, 18 vennero condannate al rogo ed arse vive, mentre 4 morirono in prigione.
Il primo di questi roghi avvenne il 15 marzo 1505 con le prime 5 donne condannate.
Ai giorni nostri questa vicenda è stata ripresa da una manifestazione in costume, da un comitato per le rievocazioni, che ha pensato ad una rappresentazione popolare.
Il processo viene rievocato ogni anno a Cavalese agli inizi di gennaio e segue scrupolosamente le cronache del tempo.
Vede la partecipazione di numerosi figuranti impegnati nella rappresentazione, che assistono all'uscita delle streghe dalle carceri, all'interrogatorio ed alla sentenza, pronunciata allo storico "Banco de la Reson", nel Parco della Pieve.
Per l'atto finale di condanna è stato studiato un canovaccio di domande e risposte fra giudici e streghe, impostato sui ritmi e il lessico dell'epoca, ricavati appunto dai verbali dei processi.
Il processo si conclude con la classica votazione, fatta attraverso l'introduzione di alcune biglie nell'incavo del piastrone interno del "Banco de la Reson".
Il risultato di 4 a 1 porta alla definitiva condanna al rogo delle sventurate.