[ « indietro ]     Riportiamo qui di seguito una delle tante testimonianze dell'effettivo carattere pernicioso del significato dei "segnali": nella prima metà degli anni '50, un giovane in servizio di leva sentí un forte rumore nel cortile della caserma. Andò in cortile per cercare la probabile causa di tale rumore (una pietra buttata dall'esterno o altro) ma non trovò nulla di inconsueto. Divenne inquieto perché comprese che poteva trattarsi di un "segnale". Dopo qualche tempo, infatti, venne a sapere che proprio quel giorno, in America, un suo zio era morto.


Di solito si tende ad assimilare i "segnali" ai fenomeni detti poltergeist, noti sia nello spiritismo che in parapsicologia. Tale associazione, tuttavia, sembra essere fuori luogo poiché i poltergeist non sono presagi, non sono segni premonitori. I poltergeist sono inquietanti di per sé, perché fenomeni inspiegati, ma non in quanto veicolino un funesto significato recondito.

Certo resta la domanda fondamentale: esiste qualcosa dall'Altra Parte? Nessuno può sapere la risposta. Gli stessi "segnali" possono essere misteriosi tipi di acufeni, o magari falsificazioni dei propri ricordi, causate dal trauma dovuto all'evento funesto. Tuttavia qualcosa sembra muoversi: a quanto sembra un gruppo di ricercatori americano è giunto a risultati incoraggianti nell'investigazione sull'effettiva esistenza di una dimensione diversa dal piano della realtà(3).

Per concludere, in relazione ai "segnali" ci sembra opportuna di nuovo una citazione dalla commedia "Le voci di dentro" di Eduardo de Filippo: zi' Nicola, lo zio defunto, parla al protagonista attraverso il linguaggio che lui aveva scelto da vivo: sparando botte e tric-trac. Il protagonista ascolta con attenzione la successione dei vari colpi e mostra di trovare difficoltà a capire cosa lo zio defunto voglia dire. Alla fine, disorientato, constata: "Mi ha spiegato - e non l'ho capito".

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(3) Nella rivista Focus N. 105, luglio 2001, a p. 47 è citatata una ricerca dell'Università dell'Arizona condotta da Gary Schwartz, Lonnie Nelson e altri psicologi dell'Human energy system laboratory di Tucson i cui risultati sono cosí descritti: «I risultati della nostra ricerca non possono essere spiegati con trucchi, errori o semplici coincidenze statistiche, dobbiamo considerare la possibilità che siano entrati in gioco altri meccanismi. Per esempio, la sopravvivenza della coscienza individuale dopo la morte» (ricerca pubblicata sul Journal of the Society for Psychical Research). In tale ricerca si è chiesto a cinque medium di fornire informazioni personali relative a parenti defunti di alcune persone invitate a partecipare all'esperimento. Non vi era contatto né fisico né visivo tra i medium e le persone conivolte: essi comunicavano tra di loro tramite lo sperimentatore. L'esperimento, inoltre, è stato ripetuto e si è svolto in varie fasi.
In questo tipo di esperimenti, il risultato delle prove si valuta su base statistica. La pura casualità dà come risultato il 50% di risposte che possono ritenersi esatte. In virtú di una normale distorsione statistica, i dati di tali tipi di studi di solito oscillano tra il 51% ed il 54%, ossia mostrano la non significatività del risultato, ossia l'esperimento non ha dimostrato nulla.
In una prima fase alle persone sono state poste 5 domande iniziali. Sulla base di tali domande, i medium, nel fornire informazioni relative al defunto, hanno raggiunto livelli di accuratezza dell' 83%. Allora si è provato ad effettuare l'esperimento eliminando la possibilità di porre le cinque domande iniziali. Anche in tal caso, le risposte "esatte" sono risultate essere il 77%. Un gruppo di controllo formato da studenti, che ha tentato di ripetere, nelle stesse condizioni, le performances dei medium, hanno ottenuto punteggi del 37%. In base a questi risultati, quindi, le performances dei medium sarebbero molto significative, nel senso che si discostano dalla pura casualità. Alcuni tuttavia hanno contestato il modo in cui è stato formato il gruppo di controllo. Ad esempio James Randi, illusionista e personalità di rilievo del fronte degli scettici (spesso citato anche dal CICAP - Comitato Italiano per il Controllo delle Affermazioni sul Paranormale) - ha contestato il fatto che il gruppo di controllo - che doveva avere il compito di ripetere le "gesta" dei medium - fosse formato da semplici studenti e non da esperti in cold-reading, ossia nella capacità di trarre informazioni dalle impercettibili reazioni che ogni persona ha nei confronti di un interlocutore. Tale tecnica, a volte usata inconsapevolmente dalle persone normali, viene affinata ed utilizzata da sedicenti medium e maghi per scandagliare il fondale emotivo della persona che chiede un consulto e quindi per poter approfondire la discussione sui temi che piú interessano al soggetto. Ovviamente in questo modo si riescono ad avere informazioni che il soggetto non ha comunicato consapevolmente e coscientemente. Tali informazioni, rigirate al soggetto, possono fargli credere che il medium o il mago possieda effettive capacità medianiche e paranormali.