Dopo questa ampia carrellata, certamente non esaustiva, ma che descrive i più importanti ponti legati al diavolo in Italia cerchiamo di capire il perché di questa sinistra fama.
C’è un motivo per cui il diavolo, nel folklore popolare diviene un abile architetto e muratore? Per alcuni questa strana attribuzione è legata a particolari “disegni” esoterici presenti su tali realizzazioni o magari alla troppo arida costruzione per l’epoca, o ancora alla oscura fama dei  costruttori.
In realtà ciò che si nasconde dietro queste leggende è il ricordo di antichi rituali pagani mai dimenticati.
Da sempre il tema del “sacrificio”, ed in particolare quello umano, come offerta per placare la collera divina  in qualche modo generata dai comportamenti dell’uomo, è presente nel mondo antico.
Se però ci si sofferma spesso su questo aspetto cruento presente nelle antiche civiltà del passato si da poca importanza all’uccisione rituale legata al “sacrificio edilizio”.
In passato infatti, quando bisognava realizzare una nuova costruzione, una torre, un ponte, o addirittura fondare una città, si usava effettuare un’offerta ad una divinità, ad un genius loci,  ad una ninfa o ad un demone per assicurare il loro benvolere alla nuova realizzazione.
Nelle civiltà storiche e protostoriche non mancano testimonianze del sacrificio edilizio. Ecco così che nell’antica terra di Canaan era uso seppellire un uomo tra le fondamenta dei villaggi e tracce di questo ricordo sono presenti anche nel Vecchio Testamento ove si dice “…nel settimo giorno i sacerdoti prendano sette tombe, che si adoperano nel giubileo, e vadano avanti all’arca del testamento, e farete sette volte il giro della città…”. Pausania testimonia il sacrificio edilizio nella narrazione della fondazione di Messenia, e simili rituali li troviamo tra i nativi d’America, in Asia e nella cultura africana.
Si narra così che presso alcune tribù africane, dopo aver deciso il luogo dove fondare un nuovo villaggio, venisse disegnato un “recinto”, di solito circolare, ed era qui che era condotto un ragazzo a cui venivano tagliati i malleoli in modo che, prima di morire, tra gli spasmi, potesse diffondere in tutta l’area il suo sangue innocente.
Ancora una volta sembrerebbe che questi rituali non appartengano alla nostra cultura antica ed invece il sacrificio edilizio lo ritroviamo nella civilissima Roma.
Il mito della fondazione dell’Urbe è quanto mai lungo e complesso, in realtà in questa sede ci interessa la parte finale dello stesso.
Romolo e Remo ottengono il permesso di fondare una nuova città.
I due fratelli si dividono, uno si reca sul Palatino e l’altro sull’Aventino per osservare il volo degli uccelli che avrebbe vaticinato il luogo preciso di fondazione. Il responso favorisce Romolo che traccia il solco sacro Questo solco costituì il circuito che doveva percorrere la muraglia chiamata poi dai latini Pomerio, cioè, post murum”. Nessuno avrebbe dovuto attraversare il solco tracciato.
Remo invece si prende gioco del fratello passandolo e così viene ucciso da Romolo.
Sembrerebbe incredibile come la fondazione dell’Urbe fosse “insudiciata” da un gesto così cruento, un fratricidio.
In realtà questo episodio nasconde altro, un sacrificio rituale per la novella fondazione.
Questa tradizione cruenta sin qui descritta viene successivamente mitigata attraverso il sacrificio animale.
Ecco così che al sacrificio umano viene sostituito quello animale o successivamente il seppellire monete tra le fondamenta.
Ad esempio durante il Rinascimento, è Papa Paolo II a far seppellire tra le costruzioni da lui realizzate vari sacchi di monete d’oro.
E’ da queste usanze che nascono le leggende precedentemente raccontate.
Demonizzato, dunque ma non cancellato, l’atavica colpa dell’uomo che deve effettuare la pratica cruenta dell’uccisione per potersi garantire un futuro prospero viene “lavata” da un capro espiatorio che gli farà dire “non sono stato io”.
Il diavolo diviene così il redentore del “peccato”, secondo quella idea frazeriana che è nascosta in tutto quanto sin ora detto.
Curiosità, folklore, uccisioni e paure dunque che si annidano tra le pietre di ponti che, magari inconsapevolmente, attraversiamo.
Allora, cari lettori, buona passeggiata lungo questi curiosi sentieri ma ricordandovi di portare con voi il vostro fedele compagno canino, non si sa mai….