Nella tradizione napoletana si era convinti che alcune categorie di persone avessero accesso ai segreti delle cifre ed alle conoscenze necessarie per eseguire i complicati calcoli in grado di rivelare i numeri che sarebbero poi stati estratti nel gioco del lotto.
Le persone in questione potevano indicare i numeri vincenti in maniera diretta oppure in modo indiretto, attraverso racconti allegorici oppure attraverso gesti o movimenti che gli astanti erano tenuti ad interpretare.
Di questa categoria di persone facevano parte coloro che avevano accesso ad un sapere a cui tradizionalmente veniva attribuito un carattere iniziatico, ad esempio i monaci ed i letterati.
Secondo l'immaginario popolare, questi individui erano in grado di consultare i libri dov'erano racchiusi i segreti per individuare i numeri da giocare al lotto ed in grado di procurare una vincita. Tuttavia di solito non era necessario essere un letterato per venire considerato una persona in grado di "dare i numeri". Quando la maggior parte delle persone era analfabeta, era sufficiente saper leggere per essere considerati depositari di una saggezza superiore, considerata indispensabile per riuscire a predire i numeri che sarebbero sortiti.