Lo zaino tra le gambe, una mano tra i capelli scomposti, in viso un'espressione come appassita, un po' fumosa. Era stanca, Amanda, aveva sonno, fame e sete anche. Gettava di tanto in tanto qualche occhiata alle sue spalle, oltre le porte a vetri dell'autogrill. Se solo avesse potuto spendere pochi spiccioli, appena i soldi sufficienti per un panino e qualcosa da bere... Un sospiro afflitto gonfiò per un attimo i suoi polmoni.
Era arrivata fin lì, in fin dei conti, perché mollare proprio adesso per un po' di fame che le torceva lo stomaco? Aveva già speso i soldi preventivati per quel giorno!
In fondo non mancava tanto. Ancora cinquecento chilometri...solo altri cinquecento.
Chiuse gli occhi poi si guardò in giro.
Adesso doveva trovare qualcun altro disposto a darle un passaggio. Fare auto stop in autostrada era illegale, ma farsi rimorchiare in autogrill era diventata un'abitudine per un gran genere di individui. Aveva viaggiato così da quando era partita, senza tirare fuori un soldo per i suoi frammentari spostamenti.
Aveva pagato in modo differente, questo è vero, ma che importanza poteva avere se era riuscita ad arrivare fin lì? Adesso non contava altro, arrivare a destinazione, lasciarsi indietro tutto e tutti, e ricominciare da qualche altra parte, tra vie e individui estranei.
Guardò verso il parcheggio e notò una macchina che s'era appena fermata. Una piccola utilitaria con una targa interessante. La provincia non era molto distante da dove voleva arrivare lei.
Si stampò in faccia un sorrisetto allegro, raccolse lo zaino e scese gli scalini saltellando appena, fermandosi in fondo alle scale, con l'intenzione di aspettare che i quattro ragazzi che ne erano scesi si avvicinassero.
Eccoli che arrivavano infatti.
Almeno sarebbero stati meglio di quel rappresentate di elettrodomestici goffo e impacciato, che l'aveva schiacciata sul sedile posteriore alzando gli occhi ad ogni ombra che si avvicinava, ad ogni rumore che si confondeva con i suoi gemiti sottili.
Timoroso come una moglie adultera!
E dire che quella spaventata avrebbe dovuto essere lei!
Per un attimo un tremito scosse Amanda all'idea di cominciare di nuovo tutta quella schermaglia, ma in fondo era la strada che aveva scelto, adesso non restava altro che percorrerla fino in fondo.
Sorrise ai ragazzi che si avvicinavano, socchiudendo gli occhi con quell'aria un po' assonnata che qualcuno, lo ricordava bene, aveva detto le dava un aspetto invitante. Piegò le bocca in un bel sorriso cordiale.
Concentrò la sua attenzione su uno solo dei quattro. Per ora l'importante era conquistarne uno, avvolgerlo per un attimo solo in un turbinio di fascino lieve; farlo abboccare all'amo senza strattonarlo troppo. Gli altri si sarebbero lasciati convincere dopo.
Doveva essere quello che stava guidando; lo studiò mentre si avvicinava per decidere con che tipo di approccio farsi avanti. Sembrava uno abbastanza alla mano, non un ragazzino che si sarebbe fatto spaventare all'idea di cosa lei stesse così spudoratamente offendo...se tessa, in realtà, anche se non avrebbe chiesto soldi in cambio, ma solo un passaggio in macchina.
- Ehi, ciao.- fece ammiccando. - La volete un po' di compagnia per i prossimi chilometri? Dove andate...
I ragazzi si voltarono a guardarla, senza farsi illusioni sulle sue parole, ma sembrarono un po' stupiti del suo aspetto. Prima di tutto era una bianca, l'italiano era sempre stata la sua lingua, e ultimamente in giro c'erano un sacco di extracomunitarie e straniere, quella era zona loro, lo sapevano tutti.
Guardarono il ragazzo a cui lei si era rivolta, e Amanda si disse che aveva avuto buon occhio, che la macchina doveva essere sua, e che gli altri sembravano aspettare la sua reazione prima di pronunciarsi in qualche modo.
- Perché non vieni dentro a bere qualcosa e ci dici un po' dove sei diretta?- disse allora lui allungando un braccio e aspettando che salisse pochi gradini davanti a lui.
Ebbe modo così di guardarla un po' meglio.
Le cosce lunghe, forse un po' magre per i suoi gusti. Gli short della giusta misura fasciavano un bel sederino sodo che si muoveva bene mentre lei saliva le scale saltellando come una bimbetta. I capelli castani ondeggiavano sciolti sulle spalle.
Nell'insieme era proprio un tipino piacevole.
Scambiò un occhiata con gli altri e sorrisero tutti e quattro.
Non sembrava molto pratica, non doveva essere da troppo nel giro, quindi forse non era ancora una a rischio. Dall'aspetto non sembrava nemmeno una tossica, forse era un po' pallida e magra sì, ma non sembrava affatto malaticcia.
A conti fatti, non sarebbe stato un gran danno prenderla in macchina.
Di nuovo un sorriso complice con gli altri poi assestando un bel colpetto sonoro su quel sederino sculettante la incitò ad affrettarsi ad entrare. Lei si voltò sorridendo a guardarlo, con gli occhietti scuri seminascosti dalle ciglia, mosse le labbra lambendosele con la punta della lingua, poi si voltò e s'infilò dentro l'autogrill, il cuore appena palpitante sotto la maglietta scura.     [ avanti » ]

di Nadja