Non una lacrima
che scenda da questo volto.
Un lago salato entra nelle vene
e qui scopa, stupra
quella fottuta malinconia
che con tanta violenza
senza alcun pudore
è entrata nel nucleo delle mie cellule:
un virus che mangia
si nutre di me,
in simbiosi col suo amante,
rendendo il mio corpo
un'indeterminata successione di esplosioni.

La mia pelle trasuda odio
e fagocita amore per osmosi;
l'incontro dei due è clamoroso.
Aspre battaglie crescono quotidianamente;
e dentro lo sfottente intruso
come un becchino raccatta il perdente del giorno.
Carontemente lo traghetta agli occhi
che impauriti alla sua vista
si rifiutano di piangere,
rendendo infinito
l'inesauribile ciclo del mio disprezzo.

Ti inviterei a usare il mio corpo come un bicchiere
per bere e saziarti del veleno che scorre in esso.



di TristisMeminis