Ti sei mai chiesto il senso del tuo passaggio?
Ti sei mai guardato indietro per ritrovare le tue orme?
A volte scopri di esserti inoltrato troppo in profondità
e di aver raggiunto luoghi ameni inaccessibili.
Allora ritorni indietro per prendere tutte le tue cose,
per salutare ciò che sta fuori dalla foresta,
poi prepari il fagotto e ti avvii... ti inoltri nella boscaglia
e cerchi il sentiero, scruti il terreno, fremente,
mentre il cuore palpita con veemenza
nella certezza di ritrovare il percorso che hai seguito
solo poche ore prima.
Avanzi con sicumera, sorridente, guardando a terra.
Il sentiero non affiora. Vai più in là, infastidito,
e osservi più attentamente il terreno, ma esso è omogeneo,
non presenta segni di passaggio.
Allora l'ansia incomincia a montare. Affretti il passo,
guardandoti intorno, cercando disperatamente,
affannandoti tra gli alberi, tra i rovi, tra gli arbusti,
ma l'incanto si è dissolto. Non vi sono più tracce
che ti potranno condurre alla recondita dimora
del tuo spirito, delle tue emozioni, del tuo cuore.
Allora ti fermi tra gli alberi e posi il fagotto a terra,
ti assale una straziante disperazione, un disorientamento
e incominci a gridare...
la tua mente, il tuo cuore, il tuo corpo si protendono
nel tuo urlo ferino, di animale ferito e agonizzante.
Quando le forze ti vengono meno, ti volti e ti avvii
seguendo le orme che ti sei lasciato alle spalle.



di Vlad II / Plaisir