Erano anni che Charles non era così perplesso. Le spiegazioni di Lisa, anzi, Lisa-Anne, erano più che soddisfacenti, ma talmente difficili da accettare…Sentiva distintamente l’angoscia della ragazza per la sorte delle sorelle appena ritrovate, che amava già senza riserve. Non poteva sottrarsi al dovere di aiutarle, ma non sapeva da dove cominciare. Gli altri erano troppi, ben organizzati, e dotati di una ferocia spaventosa anche per lui.
Carolyn riprese i sensi nella luce azzurra di una stanza sconosciuta. Girò faticosamente la testa e vide molti aghi nelle sue braccia, sensori sul ventre, ma, soprattutto, polsi e caviglie assicurati al letto con cinghie di cuoio bianche. Non le importava essere bloccata: le mancava persino la forza per respirare, figuriamoci poi dimenarsi. In un lampo di lucidità si rese conto che la sua reazione così calma ad una simile situazione non era normale. Probabilmente era stata drogata.
Non lontano da li, in una camera simile, si trovava Lise-Marie, anch’essa legata e piena di tubicini, ma sveglia e disgraziatamente conscia in ogni fibra del suo essere della tortura che stava subendo. I molti aghi nel suo corpo le sottraevano con infinitesimale lentezza il sangue goccia a goccia, ed una flebo sulla destra glielo restituiva. L’avevano sospesa tra la vita e la morte per dissanguamento. Ma questo lei non era in grado di distinguerlo: capiva solo il cervello che ripeteva “fame!fame!fame!”. Ridotta come una bestia, roteava gli occhi folli con mosse convulse, tentando di strappare le cinghie e tagliandosi la pelle in più punti.
Lise-Anne guardava Charles, chiedendosi se era suo diritto chiedergli un tale impegno. Ma non aveva altri che lui a cui rivolgersi, per cui sperava che, in memoria di Yavier, non l’abbandonasse proprio ora. L’Organizzazione li aveva contattati pochi minuti prima, facendo sapere che se la terza sorella si fosse consegnata spontaneamente anche le altre sarebbero state salve. Aveva proteso la mente per un istante verso Marie, fuggendo subito davanti all’orrore che la invase. Poi si protese verso Carolyn, trovando una mente nebulosa ed offuscata, immersa in sogni inquietanti. Che fare? Consegnarsi o tentare un colpo di mano ?

Mina Harker