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La
notte era fredda e limpidissima, sulle pozzanghere ai lati dei
marciapiedi e in mezzo alla strada si rifletteva nitida la luna:
il freddo sole della notte.
Nella penombra della stanza Lise era seduta allo scrittoio rischiarato
da una lunga candela che nel bruciare emanava una delicata fragranza
floreale.
Con un tampone di carta assorbente asciugava le macchioline
azzurre in cui le sue lacrime stavano trasformando le parole
da lei scritte sulle pagine di quel prezioso diario con la copertina
di velluto blu; mentre eseguiva meccanicamente quel gesto rileggeva
quello che aveva appena confidato a quelle pagine come se tramite
loro potesse parlare direttamente al suo Yavier.
"... Ora le mie mani sono calde, la mia pelle non è più
bianca e gelida come il marmo ... maledizione, quanto odio questa
sensazione di benessere che mi deriva dalla morte.
Ho tentato di resistere il più a lungo possibile ma alla fine
l'istinto di morte ha avuto il sopravvento.
Pover'uomo ... sembrava così triste in quel vicolo oscuro, anche
se ancora non sapeva, o non aveva la certezza che in ogni caso
la morte lo avrebbe presto preso con se e il morbo che portava
dentro di se non gli avrebbe risparmiato la sofferenza ... non
ha opposto la minima resistenza al mio abbraccio, nemmeno quando
i miei denti sono entrati in lui per rubargli la vita, sembrava
sollevato ... ma questo non basta per farmi star meglio ...
resto sempre e solo un'assassina!
In questi momenti, più che in ogni altra situazione ti vorrei
aver accanto Yavier.
Avevi ragione tu, amore mio, a non volermi far partecipe del
tuo mondo di morte.
Solo dopo esserci entrata ho potuto capirlo, ma prima ... prima
non potevo e non volevo capirlo ... non credevo quando mi giuravi
il tuo amore e nello stesso tempo mi negavi il tuo bacio immortale.
Allora potevo solo credere che tu mi volessi negare te stesso
e l'eternità ... non potevo capire quanto amore ci fosse nel
tuo diniego: volevi risparmiarmi l'inferno di morte e rimorsi
in cui tu già da secoli vivevi.
Yavier, ti prometto che in ogni modo andrò avanti, anche se
ci vorranno secoli, avrò la forza di affrontare tutto questo:
non mi esporrò al caldo abbraccio del sole per raggiungerti
finché non avrò trovato colui che ci ha fatto questo, colui
che ha reciso il tuo capo subito dopo aver fatto di me un vampiro.
Credo di essergli vicina, sai! L'altra notte, in quel vicolo,
mi sentivo osservata, e non erano occhi umani ... non erano
nemmeno occhi di un semplice vampiro a cui avevo sottratto il
banchetto.
Credo che come io sto cercando lui, lui stia cercando me, forse
presto saprò almeno il perché lo ha fatto!
Riposa ora amore mio, ora che finalmente la tua anima è libera,
riposa e aspettami, la tua Lise presto ti raggiungerà!".
All'improvviso ebbe la sensazione che qualcuno stesse gridando
il suo nome, per una volta soltanto, poi il silenzio.
Tese al massimo il suo udito e il suo sesto senso ma non avvertiva
più nulla.
Si alzò per andare alla finestra e scrutare la strada, aspettandosi
di trovarci qualcuno che guardava verso la sua finestra.
Non c'era nessuno la fuori, ma avvertì di nuovo una strana sensazione
che la fece girare di scatto come se qualcuno le appoggiasse
una mano sulla spalla, come se qualcuno si stesse avvicinando,
ma non era una sensazione di paura o di pericolo: qualcuno voleva
parlare con lei ma non riusciva a farlo.
Cercò di far appello a tutti i suoi sensi per aiutare quella
"voce" a farsi sentire nitidamente o a materializzarsi ma inutilmente:
era di nuovo completamente sola.
Sadeyes
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