10/06/03
Da Mina a Tara: inaugurazione!


E’finalmente giunto il gran giorno!
Sono le 22 ed inizia la festa:
armoniose note risuonano intorno
chiunque passi alfine resta.

Le lustre vetrate del club illuminate
richiamano frotte di ometti curiosi
e le gestrici tutte agghindate
elargiscon sorrisi assolutamente radiosi.

-Venite, guardate il nostro tempio
di salute, benessere e godimento.
Venite da noi e diventerete esempio,
per tutti gli esclusi, di soddisfacimento!-

-Prego, entrate…- cinguettan carine
- c’è un ricco buffet!- indicando il fondo.
E sventolando guantate manine
li spediscono verso un tavolone rotondo.

Il tavolo è sito in un largo salone
tra le piscine e l’idromassaggio
chiuso sul fondo da un ampio tendone,
rosso e sontuoso, che copre un passaggio.

Alcuni approfittano per un tuffo
gratis solo per l’occasione
riemergon dall’acqua con uno sbuffo,
ciascuno vedendosi novello Adone.

Ormai il locale è pieno stipato,
Mina spranga la grande entrata
il numero di iscritti è completato,
la saracinesca tutta abbassata.

Gli uomini ignari in preda all’ebbrezza
sono avviati dietro la tenda,
sprizzan dagli occhi contentezza
senza sapere che sorte li attenda.

Ci sono due strade varcato il drappo,
a destra si arriva alle cucine,
a sinistra il priveé, un po’ più in basso,
entrambi di stragi attive fucine.

Attenta a smistare c’è la Marchesa
e li divide secondo l’aspetto:
-Tu rotondetto hai una bella fesa,
a badilate in dispensa ti metto-.

Quando arrivano quelli robusti
li porta a braccetto alla saletta privata:
un antro oscuro, arretrano i fusti,
ma lei li trattiene con aria assetata.

I poverini abituati gli occhi
al buio di quei lumini velati
si vedono intrappolati senza sbocchi
tra volti belli, ma bianchi e spietati.

Uno alla volta vengono presi,
inutili le urla insonorizzate,
e per i piedi al soffitto appesi,
le vene pronte ad esser svuotate.

Per questi Ospiti molto speciali
Tara comprò i calici di cristallo,
e Mina affilò lame personali
che incidon la carne fino al midollo.

-Ordunque amici banchettate,
vi offriamo il meglio del vigore umano-
esordiscon le due di sete fasciate,
mollemente adagiate sul divano.

Il primo giovane viene ferito
e si dissangua singhiozzando piano,
ma chi preferisce l’antico rito
azzanna e lacera direttamente la mano.

Tintinnano ai brindisi i bicchieri
Mina li ascolta vagamente distratta:
sembrava un sogno fino a ieri,
ora è realtà…son soddisfatta.

Il festino di sangue, lauto e copioso,
si spegne all’arrivo del nuovo giorno
gli amici s’inchinano con far frettoloso,
ringrazian cortesi e si levan d’intorno.

Rimane uno stuolo di esangui cadaveri
belli e pronti per il menù di domani
e rosse macchie, come papaveri,
spiccano vive su pavimenti e divani.

-Tara, carissima, abbiam terminato,
non ci rimane che ripulire,
faremo tutto splendente e ordinato,
domani sera dobbiamo riaprire.-

Però Mina deve ancora cenare,
e così Tara, brontolano le pance…
allora uno spuntino prima di riposare,
mentre contiamo le abbondanti mance!

Così le coglie il canto del gallo,
assopite, stanche, un osso tra i denti
come Cenerentole tornate dal ballo,
il capo reclinato, ma sorridenti….