3/11/2002
da Mina a Tara : eccomi qua!


Mina torna dal lungo viaggio...
scrolla il manto carico di polvere
e ne estrae un piccolo involto,
il regalino promesso a Tara.
E' uno stringipollici in legno del XIV° secolo circa,
di fabbricazione tedesca...spera che le piaccia.
Le porge anche una pergamena...


Mina discorre sommessa con Tara
la prediletta sua sveglia scolara:
-ma questa sera non ceniamo noi due?
Ho una fame che sbranerei anche un bue!-
Tara pensosa si gratta il capino
di funghi e castagne è vuoto il cestino
di frutta e verdure è scarso il suo orto
l'ultimo pollo da mesi è ormai morto
niente uova, niente latte,
dice Tara ciondolando in ciabatte...
Quindi Mina sbuffando arrabbiata
perchè non vuole una noiosa serata
si rassegna alla triste evidenza:
-ci tocca invitare Valeriana e Prudenza...-
Tara guaisce, un gemito emette
solo all'idea delle due suffragette.
Parte all' attacco stoica Mina
suona alla porta della vicina
con falsa e melliflua vocetta dice:
-Bonsoir Prudenza, amica mia ine...ehm...diletta,
che fate stasera? Vi va' una cenetta?
Io e Tara mangiamo alle dieci...-
-Certo, veniamo, porterò pasta e ceci!-
Tara nascosta origlia schifata...
ecco svanir l'idea di frittata.
Ceci? Legumi? Becchime per l'aia!
Sarà come in mensa durante la naja.
Io voglio sangue, carne, sostanza,
dolce, contorno primo e pietanza!
Brutte odiose e maledette,
venitemi a tiro e vi farò a polpette.
Si ripete ancora l'orrido piano
le due assassine si danno una mano
e tosto s'ode il pianto dirotto
delle cretine del piano di sotto,
anche loro attirate in cucina
come le vittime degli episodi prima.
Ma un imprevisto ecco che avanza
Valeriana e Prudenza
snocciolano in rima
una lunga litania
di virtù in poesia,
come un tantra, come un appiglio,
in quel momento di grande periglio
-Umiltà, dolcezza, onestà e pazienza,
rettitudine, lealtà- dice Prudenza
-Calma, comprensione ed esser buona
amore pel prossomo- fa coro Valeriana.
Di queste parole al terzo ripetere
si vede su Tara un effetto etere,
e d'improvviso d'amore ripiena
comincia a pensare che non vuol più quella cena.
Cede d'un tratto ai buoni sentimenti
sbandierati a nausea dalle due deficienti.
Stringe a sè e poi libera le ex-prede.
Mina non crede a quello che vede:
un suono secco, pien di dolore
si spezza in due il suo povero cuore.
Loro la guardano dolci e mielose
e uscendo le augurano le migliori cose.
La cena scappa...l'allieva s'invola...
il rimmel sul viso di Mina cola...
ma dopo la pena arriva la rabbia
ella cammina come belva in gabbia
su e giù distruggendo il salotto
scordando in breve il pianto dirotto.
Afferra l'agenda e cerca il nome
le parlerà, ma non sa come
a quest' ultima amica che le è rimasta:
domanderà aiuto, se è disposta.
-Pronto? Sei tu? Da quanto tempo...
Si, lo so, da un po' non ti frequento...
Ma adesso perdona e corri qui,
ti voglio proporre un saporito salmì.
Cucineremo Valeriana e Prudenza
e anche Tara, che è senza decenza.
L'ingrata allieva s'è fatta traviare
non merita altro che di crepare.
Ci metteremo pepe ed aromi,
poi scorderemo i loro infami nomi...
Ed ora lascia la tua casetta
e vieni a me, mia cara Vendetta!


...be' l'ammetto,
mi è scappata qualche rima...
ma nessuno è perfetto