29/10/2002
Da Mina a Tara: chi di poema ferisce...



Mia unica ed inossidabile Allieva, visto che ci istigano...eruDitiamo...

La piccola Mina,
dolce signorina
sedeva tranquilla
aspettando Milla,
sedeva paziente
con sguardo innocente.

Ma nella cucina,
tra sale e farina,
avea approntato
(e premeditato)
un bel pentolone,
usato a Natale per il torrone.
Il fuoco rovente
scaldava bollente
l'acqua essenziale
al pian criminale.

Ma...

chi bussa alla villa?
E' giunta già Milla?
Lei bussa alla porta
e non sa d'esser morta...
Le apre Mina
garbata e carina,
la fa accomodare
senza esitare.
Mentre quella le volta la schiena
Mina l'afferra come una iena
e per la treccia giù la trascina
fin alla tomba che è la cucina.
Milla piange, chiede pietà,
per il decesso non ha l'età.
Ma la megera, per nulla toccata,
in un istante l'ha tutta infilata
nell'acqua bollente,
con far competente.
Milla sobbolle senza più fiato
facendo il liquido aulente e dorato.

Mina prepara un bel tavolino:
zucchero, tazze,
di dolci un piattino.
Due cucchiaini, due tovaglioli,
la marmellata di cerasuoli.
Poi telefona in tutta fretta
alla Scolara sua prediletta
-Tara, corri...è tutto pronto...
se non verrai sarà un affronto!-

Poi scosta la sedia
e seduta composta
dalla sua Allieva
attende risposta...

Mina