La chiesa, ma quasi tutte le religioni hanno da sempre influito anche sui regimi alimentari e quindi sulla cucina.
I periodi di digiuno sono da derivare in buona misura dal pensiero che era alla base delle teorie umorali della medicina greca e medioevale.
La dottrina cristiana durante il collasso dell'impero romano aveva già adottato e quindi mantenne alcuni atteggiamenti già parte del bagaglio di altre religioni.
Per le religioni infatti vi sono cibi considerati "puliti" o "puri" ed altri, ovviamente, sporchi ed impuri; prendendo in considerazione la religione cristiana bisogna tenere presente la forte influenza della religione ebraica.
Il sangue nel pensiero ebraico rappresenta l'anima di un essere vivente: quando venivano sacrificati gli animali a Dio erano infatti riservati il sangue ed il grasso.
E' quindi pressoche impensabile che un cibo "puro" per il consumo alimentare umano possa contenere un elemento riservato a Dio.
Le carni destinate all'alimentazione dei fedeli dovevano essere, per essere "kosher" secondo la religione ebraica, del tutto private di ogni traccia di sangue.
Il successivo passo dei teologi fu quello di individuare nell'assunzione di cibi "puri" un modo per avvicinarsi a Dio, la possibilità di rendersi ben accetti da Dio, ecc.
Isidoro di Siviglia i primi del 600 esprimeva come fatto scientifico che il mangiare carne generasse il "piacere della carne" dichiarando che l'ingestione di tale alimento surriscaldasse il corpo che quindi poi fosse spinto ad ogni sorta di vizio.
I cibi contenti Sangue venivano indicati come portatori verso comportamenti lussuriosi ed ad altri eccessi anche per Galeno, era quindi ovvio che il buon cristiano rifuggisse da tali tentazioni.
E' quindi facile comprendere come la figura del vampiro potesse essere tanto demonizzata: non soltanto uccideva, molti assassini venivano condannati a morte o imprigionati ma non certo perseguiti con tanto fanatismo e ferocia; ma si nutriva di sangue.
Si cibava di un elemento riservato a Dio, di un elemento considerato nonostante tutto nei meandri delle coscienze: l'anima degli esseri viventi.
Per questo forse se si fosse dovuto "creare" l'essere umano malvagio per antonomasia si sarebbe pensato al vampiro, un essere che sottraeva qualcosa dovuto a Dio.