Ormai si è giunti alla conclusione che lo studio dell'alimentazione è estremamente importante per giungere alla comprensione delle diverse culture.
Gli usi alimentari, anche lo stesso bon ton della tavola, ci danno l'immagine di una civiltà e ci aiutano a farci un’idea della loro vita quotidiana.
Molti popoli anche moderni sono rinomati o classificati proprio per le loro usanze alimentari: giapponesi: pesce crudo, inuit: foche, isolani del pacifico: cannibali, cinesi e tailandesi: riso, popoli nordici: bevitori di sangue e perchè non ammetterlo italiani: pizza e pasta.
Certamente, quando gli scambi fra i popoli non erano tanto massicci quanto oggi, i popoli si suddividevano principalmente fra popoli agricoli, popoli cacciatori e popoli pescatori.
In queste classificazioni non va dimenticata l'importanza delle religioni sui regimi alimentari, che spesso ha fatto di un cibo un elemento religioso prima che utilitaristico.
Nel corso della storia vi sono stati moltissimi pregiudizi che hanno accompagnato le abitudini alimentari; ricordiamo quello comune verso coloro che si cibavano prevalentemente di carne: segno questo, nell'Europa dei secoli scorsi, di aggressività sociale.
Nello studio dei testi antichi, che descrivono cibi o usanze alimentari, non va mai dimenticata quella che possiamo definire una "romantizzazione", che ha portato gli autori a descriverci quello che loro pensavano fosse il nutrimento dei popoli che descrivevano, anziché i fatti realmente constatati.
Altresì va considerato anche il patrio orgoglio di chi descrive il proprio popolo, che quindi tende a perdere obbiettività.
Su molte cronache ha anche pesato la propaganda politica o religiosa o militare: nasce quindi ad esempio la metafora del vichingo sitibondo di sangue molto diffusa nella letteratura del IX e X secolo.
Era infatti "risaputo" che i popoli barbari si nutrissero di sangue, questo era un dato antropologico reale in quanto, soprattutto i popoli della steppa, necessitavano di integrare la loro dieta a base di latte con il sangue animale che era ricco di vitamine.
"his cibus et potus simul est; nam sanguinem equinum et lac concretum per barbara guttura sorbent" Avieno ca 375 d.C. pur avendo perso, ai nostri giorni, la carica che poteva avere questa affermazione nel suo tempo, ci fa capire quanto la propaganda potesse essere efficace.